Pediatria del Fazzi in ginocchio. Questa la denuncia della Fsi-Usae per bocca del suo segretario, Francesco Perrone, che lamenta come le criticità che da anni travagliano il reparto non siano state superate neppure dopo la nomina di una ordinaria di UniSalento alla direzione del reparto. Ci sono i numeri a raccontare il pesante carico di lavoro che grave sul personale, in particolare infermieri e operatori socio sanitari.
In primis pesano le consulenze richieste dal Pronto soccorso per i piccoli pazienti. Si tratta di circa 8, 9 mila accessi l’anno, che secondo Perrone sono «un numero estremamente abnorme ed eccessivo che non consente di garantire il mantenimento dei Livelli Minimi di Assistenza, considerando anche l’attività di reparto». Nel 2024 il reparto ha registrato circa 850 ricoveri ordinari, 125 in Day Hospital, 82 in Day Surgery, 375 visite specialistiche, 1.600 ecografie, 7.667 visite richieste dal Pronto soccorso. Numeri che mantengono lo stesso andamento anche nell’anno in corso.
E Perrone pungola Asl Lecce: «Vogliamo evidenziare alcune criticità ed avanzare richieste volte a tutelare i piccoli pazienti ed il personale sanitario. L’OBI pediatrico e l’assistenza ai piccoli pazienti del Pronto soccorso continua a gravare sul personale del reparto comportando un ulteriore aggravio dei carichi lavorativi. Inoltre l’OBI pediatrico è lontana dal reparto di Pediatria e questo mette a rischio i pazienti in osservazione. Inoltre il continuo flusso dell’utenza tra il reparto di Pediatria e le aree diagnostiche a cui bisogna accedere per effettuare gli esami diagnostici si riversa principalmente sul personale infermieristico e sugli operatori socio sanitari che spesso sono solo uno per turno».
Perrone ribadisce che infermieri e operatori socio sanitari sono in numero inadeguato per le molteplici attività svolte dal reparto che gestisce 18 posti letto, ma in realtà ne risultano coperti sempre 20 con in più l’ulteriore sovraccarico delle degenze dell’Obi pediatrico.
In più il sindacalista segnala che gli spogliatoi destinati al reparto non sono adeguati a 30 operatori sanitari, oltre al fatto che non ci sono spazi separati per uomini e donne, mancano i servizi igienici e un percorso sporco/pulito.
Per superare le criticità segnalate la Fsi-Usae chiede un incremento del numero di infermieri e operatori socio sanitari e l’applicazione, a tutto il personale non medico che presta servizio nel Pronto soccorso pediatrico, delle indennità previste per terapie intensive/ subintensive e pronto soccorso.
La carenza di personale non è certo una novità e non è neppure una “esclusiva” del Fazzi. Già nel 2023 c’erano solo 13 infermieri in servizio e cinque operatori socio sanitari. In ragione della coperta corta 3 infermieri erano in turno al mattino e 2 nel pomeriggio, mentre dei 5 Oss solo 2 turnavano per coprire il servizio H24. Insomma si tratta di problemi strutturali di difficile soluzione per una Regione che deve ancora fare i conti con una proposta di piano di rientro per il periodo 2024-2026 anche se l’assessore al ramo ha garantito che uscire dal guado sarà possibile.