Domenica 12 Ottobre 2025 | 19:53

Filobus, scoppia una nuova polemica: «Il progetto di Lecce copiato da Ferrara»

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Filobus, scoppia una nuova polemica: «Il progetto di Lecce copiato da Ferrara»

Il Comitato: «Tecnici imbarazzanti e amministratori ciechi». Sgm: «Solo un refuso»

Venerdì 01 Agosto 2025, 11:21

Il comitato per il “no” al potenziamento del filobus, mentre si avvicina l’obiettivo delle 6mila firme per il referendum (sono oltre 5.200), punta il dito su alcune “falle” del progetto: dopo la scoperta della cancellazione di 500 parcheggi, spunta un pezzo copiato da un progetto di Ferrara. Il punto incriminato è quello nella premessa del progetto leccese: «L’obiettivo generale del progetto è quello di realizzare una dorsale di trasporto pubblico ad alta efficienza che colleghi la città al polo ospedaliero di Cona con l’insieme dei poli attrattori cittadini attraverso la realizzazione di un impianto Brt in grado di collegare efficacemente l’area sud della città e creare le condizioni per evolvere il sistema del trasporto pubblico urbano come indicato nel Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)». Poche parole che svelano molto: Cona è una frazione di Ferrara, di 1118 abitanti.

Per Sgm, che con il Comune ha presentato il progetto al Ministero, «è evidente che si tratta solo di un refuso di scrittura senza alcuna validità sostanziale».

Non è così per il Comitato. «Quando vuoi a tutti i costi raggiungere un obiettivo, cieco alla evidenze, sordo alle critiche, indifferente alle criticità, non ti poni limiti - scrivono i responsabili - Come uno studente impreparato, invece di trovare da solo la soluzione al compito, per migliorare l’offerta di trasporto pubblico sostenibile tenendo conto del tuo contesto urbano, preferisci copiare. E come spesso succede non solo sbagli, ma ti fai scoprire anche. Come nel caso della Giunta Comunale che ha trasmesso una relazione al Ministero evidentemente acquisita da altre mani. Un classico “copia e incolla” imbarazzante se si tiene conto dell’importanza della richiesta: ottenere un finanziamento di 118 milioni di euro per potenziare il sistema filoviario in città».

Il progetto leccese viene valutato attraverso un’istruttoria del Ministero delle Infrastrutture. «Al quale non sfuggirà, immaginiamo, lo strafalcione contenuto nella relazione “Analisi della alternative progettuali” obbligatoriamente predisposto per poter partecipare al bando», sostengono i responsabili del Comitato. Secondo i promotori del referendum, c’è solo l’interesse di ricevere il finanziamento, a prescindere dal buon uso, prendendo come modello un progetto di 15 anni fa che aveva l’obiettivo di collegare efficacemente la città all’ospedale di Ferrara. «Chiediamo i soldi al Ministero e per voler a tutti i costi dimostrare che potenziare il filobus serve a Lecce ci avvaliamo di tecnici che finiscono per copiare progetti presentati in altre città. Di chi è la manina che ha dato la soluzione sbagliata alla Giunta?», chiede il Comitato referendario.

Lecce Città Pubblica inoltre mette a confronto i costi: per i bus elettrici “Fast charging” (con ricarica veloce alla fermata) bisogna investire 16.240.0000 euro; per il “filobus Imc” 36.310.000 euro. Ci vogliono 18 mesi per la busvia elettrica Brt, 24 mesi per filobus Brt. Gabriele Molendini ricorda che Bari e Taranto hanno scelto la prima soluzione e anche Pescara, che aveva il filobus come Lecce.

«Cosa dice il “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” presentato da Pescara? Riporto uno stralcio di un articolo tratto dal giornale online “Il Pescara”. Ciò che si evince è che tra le tre alternative e cioè non far nulla, realizzare la filovia o mettere i bus elettrici sui lotti 2 e 3, quest’ultima soluzione sarebbe la più conveniente per costi ed efficienza, come dimostra quel punteggio (75) nettamente superiore a quello della soluzione filovia (58)…”. Ineffabili i nostri amministratori…», conclude Molendini.

Sgm però si difende parlando di semplice refuso. «Un banale errore senza alcuna rilevanza sulla correttezza dell’istanza presentata al Ministero per ottenere il finanziamento - sostiene la società partecipata del Comune che gestisce i trasporti pubblici urbani - Inoltre, è da sottolineare che la piantina grafica diffusa su social e media non è stata tratta dai documenti ufficiali presentati al Ministero per il finanziamento, ma è un’immagine divulgata ad arte per creare confusione tra i lettori e i cittadini. Come detto, l’errore è circoscritto a un dettaglio marginale e non impatta né i contenuti, né la coerenza del progetto. Riteniamo che la diffusione di tale svista abbia ingenerato una polemica sterile e strumentale».

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