I sindaci e gli assessori di tre Comuni del Salento avrebbero barattato appalti in cambio di favori con un imprenditore, grazie alla «collaborazione» di un funzionario. È il tema dell’inchiesta che il 13 marzo ha portato all’arresto dei sindaci di Ruffano, Antonio Cavallo (l’unico finito in carcere), di Maglie, Ernesto Toma, e di Sanarica, Salvatore Sales, e che oggi si è chiusa con la notifica dell’avviso di conclusione a 25 persone.
Ai domiciliari resta nel frattempo solo Sales, che ha avanzato istanza di revoca della misura. Cavallo ha invece lasciato il carcere dopo le dimissioni. Toma e il suo vice Marco Sticchi hanno ottenuto il 19 giugno la sostituzione dei domiciliari con l’obbligo di firma, e da sabato scorso sono tornati ai vertici del Comune di Maglie.
Dopo le richieste di arresto e gli interrogatori preventivi, il gip di Lecce Stefano Sala il 13 marzo aveva disposto 10 arresti di cui tre in carcere. Erano state emesse anche misure interdittive per altri 6 indagati, alcune delle quali sono state annullate dal Riesame. Il Riesame ha anche accolto parzialmente il ricorso del pm Vallefuoco sulla sussistenza dell’associazione per delinquere anche a carico di altri indagati.
Secono il pm Maria Vallefuoco, che ha valorizzato gli esiti dell’indagine della Finanza, ci sarebbe stato un un giro di appalti pilotati in cambio di voti, favori e regali: addobbi floreali, lavori di ristrutturazione, casse di prosecco e cene elettorali pagate. In carcere erano finiti l’imprenditore Marco Castrignanò e l’ingegnere Maurizio Montagna, componente delle commissioni aggiudicatrici: il primo ha nel frattempo ottenuto i domiciliari, per il secondo è stata disposta la sospensione per 8 mesi dai pubblici uffici.