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Amianto fra le abitazioni a Lecce, scatta l’allarme in via Birago

Amianto fra le abitazioni a Lecce, scatta l’allarme in via Birago

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Amianto fra le abitazioni a Lecce, scatta l’allarme in via Birago

Due vecchi capannoni nel mirino di Italia Nostra. Il Comune interpella la proprietà

Sabato 17 Maggio 2025, 12:44

LECCE - Dopo più di un secolo, le città continuano a combattere contro l’eternit. Alcuni residenti hanno insistentemente segnalato la presenza di capannoni abbandonati, con copertura in cemento-amianto, in via Dalmazio Birago spingendo il Comune a intervenire. Italia Nostra (sezione Sud Salento) ha inviato una pec agli uffici comunali di Lecce per segnalare la «preoccupazione dei cittadini in considerazione del fatto che nelle immediate vicinanze delle loro abitazioni sono presenti due grandi capannoni da tempo abbandonati per la cui copertura sarebbero state utilizzate lastre in cemento-amianto».

«Dalle immagini in nostro possesso si può rilevare che i capannoni sono da tempo abbandonati per cui, oltre all’eventuale presenza di cemento-amianto, esisterebbe una situazione di estremo degrado ambientale per il quale sarebbe necessario intervenire per rimuovere situazioni di criticità”, scrivono il segretario Marcello Seclì e il presidente Mario Fiorella. Secondo Italia Nostra si potrebbero creare situazioni di pericolo e problematiche di sicurezza igienico-sanitaria, anche perché nei paraggi sono presenti una serie di condomini e di singole abitazioni, nonché il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e l’Istituto professionale “Scarambone”. Quell’immobile, che decenni fa era utilizzato per la manifattura tabacchi, oggi appartiene a una società barese.

«Li abbiamo messi in mora - spiega l’assessore all’Ambiente Severo Martini - Loro hanno l’obbligo di produrre dichiarazione e documentazione che le lastre di cemento amianto non siano deteriorate e che quindi non possano nuocere alla salute dei cittadini. Vedremo nei prossimi giorni cosa succederà». L’amianto è nelle vecchie masserie, nelle cisterne, nelle canaline per le acque piovane, negli opifici industriali e nei vecchi fabbricati, come ha spiegato a Palazzo Carafa, il 18 marzo scorso, il dirigente comunale del settore Ambiente, Francesco Magnolo. L’edilizia rurale leccese, tra gli anni ‘50 e ‘70, ha ricoperto il territorio con questo materiale che quando si rompe disperde fibre nell’aria (resistenti e non degradabili) che provocano uno dei tumori più violenti: il mesotelioma pleurico. Gli interventi del Comune sono stati diversi: sulla Lecce-San Cataldo sono stati bonificati 6 capannoni, con enormi quantità di amianto, un altro intervento è stato effettuato in via Leuca (angolo via Orticara), inoltre sono stati rasi al suolo 4 altri capannoni (gli ultimi due nel 2024 per un totale di 50 tonnellate di eternit mandato in discarica fuori provincia). Le bonifiche vanno avanti con costi altissimi anche nelle campagne.

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