LECCE - «I miei amici romanisti sanno che, per carattere, sono portato a tifare per i più deboli e nella gara di domani tra Lecce e Roma la squadra meno forte, sulla carta, è quella salentina. Nella capitale sono nato e cresciuto, calcisticamente sono emerso proprio nel settore giovanile romanista, sino ad arrivare ad indossare la maglia della formazione maggiore. Nel “tacco d’Italia”, invece, ho trascorso quattro stagioni, dal 1991/1992 al 1994/1995, ed oramai ci vivo da tantissimi anni. Lecce mi ha dato tanto. Ciò premesso per il match della trentesima giornata firmerei per un pareggio che, considerato il valore e lo stato di forma degli avversari, per il complesso allenato da Giampaolo sarebbe tanta roba».
A parlare è Paolo Baldieri, grande ex dei due schieramenti, conosciutissimo in città anche per avere gestito a lungo un bar in pieno centro, nel quale ora sono subentrati i figli. «Da quando è arrivato a torneo in corso, Ranieri ha plasmato la Roma a sua immagine e somiglianza. Si tratta di un team roccioso, arcigno, che concede poco allo spettacolo e bada al sodo. Il Lecce, di contro, sta vivendo un periodo critico, in una annata che è fatta, come sempre, di alti e bassi. Negli ultimi quattro incontri, tutti persi, mi pare che Baschirotto e compagni abbiano accusato un appannamento sia fisico che mentale. Hanno commesso troppi errori, ma sono stati anche parecchio sfortunati. Penso al rigore inesistente concesso all’Udinese o all’autogol di Gallo su una conclusione sbilenca di Joao Felix che era destinata a spegnersi sul fondo e invece è carambolata in porta. Ma resto fiducioso perché ritengo che presto ci sarà qualche episodio favorevole che farà girare in senso positivo le cose. Del resto, prima di questo ciclo avverso, i giallorossi salentini hanno espresso un buon gioco e sono stati anche efficaci».
Addetti ai lavori e tifosi si chiedono se, contro la Roma, archiviata l’ultima pausa dell’annata agonistica, Marco Giampaolo cambierà qualcosa nella formazione di partenza, se opterà per uno o più avvicendamenti: «Difficile dirlo. Chi ha il polso della situazione sono il mister ed il suo staff. Proporre delle novità per accontentare chi le reclama non avrebbe senso. Tra l’altro, non ha avuto a disposizione per quasi due settimane i sette calciatori convocati in nazionale. Sarà interessante verificare se ha studiato degli accorgimenti particolari nell’ottica delle ultime nove partite, se darà spazio a qualche elemento sin qui meno utilizzato. Personalmente prediligo le squadre con due punte, non necessariamente in linea. Ma sia il trainer di Giulianova che Gotti, suo predecessore, hanno sempre sostenuto che il Lecce non possa supportarle per 90’ perché non avrebbe equilibrio». Baldieri rimarca quanto sarebbe importante, per Falcone e soci, muovere la graduatoria contro la Roma: «Anche un solo punto sarebbe prezioso per la classifica, ma pure per l’autostima e per il morale. Permetterebbe di affrontare con maggiore entusiasmo la sfida seguente con il Venezia. Oggi ci si deve concentrare solo sul confronto con la Roma, ma non è certo possibile nascondere che la gara con i lagunari avrà un valore enorme nell’economia della bagarre-permanenza, sarà una tappa fondamentale».
La Roma, secondo Baldieri, ha caratteristiche ben precise: «Come tutte le squadre nel calcio moderno, imposta dal basso, ma il possesso-palla che effettua con i difensori è un tantino “scolastico”. Se pressati nella loro trequarti, i capitolini possono andare in difficoltà ed affidarsi al lancio lungo. Quando ciò accade i centrocampisti sono costretti a stare spalle alla porta e questa circostanza li limita al momento di impostare l’azione. Parliamo però di un complesso da zona-Champions. Quindi di valore. Ecco perché il Lecce dovrà essere aggressivo, dovrà correre a cento all’ora, dovrà essere concentrato senza concedersi distrazioni. L’undici capitolino dispone di più uomini che hanno le qualità per fare male. Tra i salentini, invece, Krstovic è in grande spolvero e questa è una bella notizia in vista della volata conclusiva». Da doppio ex, l’ex attaccante chiude con un auspicio: «Sarebbe bello se il torneo terminasse con il Lecce salvo e la Roma qualificata in Champions. Significherebbe che i salentini avrebbero conquistato un traguardo storico, quella terza permanenza di fila in A mai raggiunta in precedenza, e che la Roma sarebbe stata in grado di compiere una vera impresa, se si considera che nella prima metà della stagione ha sgomitato nella parte destra della graduatoria».
















