MELENDUGNO - Il sindaco Maurizio Cisternino non accetta le bacchettate del presidente della Provincia, Stefano Minerva, e del consigliere provinciale Renato Stabile e contrattacca: «Tap ha cambiato strategia: sono stati i suoi dirigenti ad abbandonare il tavolo nel momento in cui è subentrata la legge regionale che prevedeva compensazioni molto alte retroattivamente. Inoltre, il Comune di Lizzanello ha provato a fare da solo inviando una lettera a Tap in cui chiedeva oltre 4 milioni, senza ottenere nulla. Stabile mente sapendo di mentire: a dicembre hanno scritto alla multinazionale».
Era ancora la fine del 2023 quando i dirigenti Tap hanno contattato gli enti interessati dalla denuncia per inquinamento della falda e hanno messo sul tavolo della Provincia di Lecce circa 22 milioni, che accontentavano tutti: in poco più di un anno è cambiato tutto. Questa è la ricostruzione del sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino, che si dice amareggiato per gli attacchi ricevuti. «La legge regionale è stata impugnata e Tap ha avuto ragione di fronte alla Corte costituzionale», puntualizza il primo cittadino di Melendugno. Nessuno potrà chiedere i compensi per il passato, ma c’è un ricorso al Tar che mira ad applicare la legge regionale sui ristori per il futuro. La nuova proposta di accordo ancora non è stata firmata e dev’essere comunque votata dal Consiglio comunale di Melendugno, ma il legale del Comune, Francesco Calabro, lunedì scorso, in Commissione, ha spiegato a maggioranza e opposizione che la situazione è cambiata, il pm ha chiesto l’assoluzione per diversi capi di accusa e non si può più tergiversare.
Il rischio è di restare a bocca asciutta, dopo aver perso un bel po’ di milioni a causa dell’intervento regionale. La prima proposta della multinazionale del gasdotto Tap al tavolo provinciale era di versare 8 milioni alla Provincia di Lecce, in favore di politiche ambientali che avrebbe messo in atto l’ente, 10 milioni sarebbero andati a Melendugno, 4 milioni a Vernole, 4 a Lecce, 2,8 a Lizzanello, 600mila euro a Castrì e 600mila euro a Martano, che aveva partecipato alla denuncia penale pur non essendo comune interessato dal passaggio del gasdotto.
C’è il rischio di restare a mani vuote, ecco perché Melendugno e Vernole potrebbero accettare l’accordo al ribasso. Il sindaco Cisternino spiega che Tap ha risposto all’iniziativa solitaria di Lizzanello spiegando che per quel tratto è responsabile Snam, quindi è con quella multinazionale che dovrà trattare l’amministrazione. Le cose si complicano e si procede in ordine sparso.
«Spero nell’autonomia dei giudici - afferma l’ex sindaco Marco Potì, a proposito del processo in cui il pm ha chiesto l’assoluzione per diversi capi d’accusa - Quella trattativa Provincia, Comuni, Tap e Snam che era stata aperta su impulso dei vertici della multinazionale del gasdotto saltò per l’entrata in vigore della legge regionale, perché oltre all’accordo non volevano pagare il 3% sul valore commerciale del gas trasportato (24 milioni all’anno). Perché non chiudere il processo per il passato invece di fare un accordo pure per il futuro? Il ”nulla a pretendere” non ha senso, soprattutto in vista di un raddoppio. I compensi previsti dalla legge regionale per il futuro non possono essere annullati. Sono spiccioli dopo una battaglia durata anni: è incoerente. C’è ancora una battaglia davanti al Tar per i contributi annuali futuri previsti dalla legge regionale».
Il sindaco Cisternino ribadisce che oltre ad aver provato senza successo a riportare la trattativa sul tavolo provinciale oggi non ha senso parlare delle compensazioni previste dalla Regione per il futuro: bisogna accelerare per non restare con un pugno di mosche in mano, come è avvenuto nel 2023.