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I proventi del traffico di droga investiti in pub e ristoranti: a Lecce sequestro da 12 milioni

 
Redazione online

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I proventi del traffico di droga investiti in pub e ristoranti: a Lecce sequestro da 12 milioni

Nel mirino alcuni membri del clan Pepe-Briganti, affiliato alla Sacra Corona Unita: l'operazione segue quella del novembre scorso, quando furono arrestate 35 persone

Lunedì 27 Gennaio 2025, 10:36

10:54

LECCE - Aveva sviluppato non solo un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti ma anche un progressivo dominio sotto il profilo economico-finanziario attraverso l’acquisizione nel tempo di una serie di locali pubblici (pub e ristoranti) ed alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino, con la connivenza e la collaborazione fattiva di un noto ex commercialista salentino tuttora detenuto. E' quanto hanno ricostruito i militari del nucleo di polizia economico finanziaria (Gico) della Guardia di Finanza di Lecce, il Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata (Scico) e la Squadra Mobile della Questura del capoluogo salentino, che hanno eseguito a Lecce e in alcuni comuni limitrofi, il sequestro preventivo di beni dal valore ingente, 12 milioni di euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale.

Sarebbero il frutto dei proventi dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia, è la naturale prosecuzione di quella conclusasi il 20 novembre scorso nel corso della quale sono state eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare. Tra i destinatari anche alcuni esponenti della criminalità organizzata locale, già condannati per aver fatto parte di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, la Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia. Già il 21 dicembre scorso, il Tribunale di Lecce – Sezione del Riesame, ha confermato le misure di custodia in carcere e, a seguito dell'appello formulato dalla Procura della Repubblica, ha riconosciuto la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso.

Sono emersi dalle indagini indizi ritenuti solidi circa l'operatività di due associazioni, radicate nei comuni di Lecce e nel basso Salento, guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. la prima e da C.G e R.C. l’altra, tutti pregiudicati, dedite al traffico e commercio in forma strutturata ed organizzata di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti di diversa tipologia.

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