Martedì 07 Ottobre 2025 | 15:50

L’intelligenza artificiale può svelare le voci degli indagati: il sistema messo a punto dall'UniSalento

 
Alberto Nutricati

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Alberto Nutricati

L’intelligenza artificiale? Regolamentiamola, o sarà lei a «regolare» noi

Ecco «Intrepido», un riconoscimento vocale per aiutare le indagini. Aiuta a distinguere se tra le voci intercettate compare anche quella dell’indagato

Lunedì 20 Maggio 2024, 12:39

LECCE - Messo a punto dall’Università del Salento un sistema di riconoscimento vocale in grado di dare una svolta alle indagini.

«Intrepido» è il nome del sistema di nuova generazione sviluppato dal Centro di ricerca interdisciplinare sul linguaggio (Cril) dell’Ateneo Salentino diretto dal professor Mirko Grimaldi.

Si tratta di una rete neurale addestrata dall’intelligenza artificiale a riconoscere se tra le voci intercettate nel corso delle indagini compare anche quella dell’indagato. Il metodo di comparazione adottato è analogo a quello biometrico utilizzato per comparare tracce di Dna presenti sulla scena di un crimine.

La ricerca, condotta da Grimaldi, docente di linguistica generale, e da Francesco Sigona, ricercatore del Cril, è stata recentemente pubblicata sulla rivista internazionale «Speech Communication».

La pubblicazione è il punto di arrivo di una ricerca condotta per anni, allo scopo di realizzare un software capace di fornire uno strumento all’avanguardia nel campo delicato della comparazione forense della voce.

«Nel sistema attuale – spiega Grimaldi – la figura del perito fonico non è prevista dal legislatore e la riforma Cartabia non ha colmato la lacuna. L’identificazione del parlante in ambito forense è spesso lasciata al fai da te, assegnata cioè a figure che non hanno nessuna formazione specifica. Per questo, ogni perito si sente libero di usare il metodo che preferisce, raramente basato su presupposti scientifici. Ciò non dovrebbe mai avvenire nelle aule dei tribunali, dove invece sono richieste evidenze oggettive, al di là di ogni ragionevole dubbio. I risultati ottenuti dal sistema che abbiamo sviluppato sono migliori di tutti gli altri attualmente in uso; pertanto, Intrepido si propone come il sistema più affidabile di identificazione del parlante in campo forense e, grazie a questo strumento, magistrati, avvocati e periti hanno ora uno strumento in più per applicare i principi del giusto processo».

Le difficoltà alle quali hanno dovuto far fronte i ricercatori salentini non sono state di facile risoluzione.

«Al contrario del Dna – dicono i due studiosi – la voce ha una elevata variabilità: chi parla può alzare o abbassare la voce, parlare in modo veloce o lento (variabilità intra-parlatore); inoltre, l’anatomia del tratto vocale è diversa da individuo a individuo, si parlano italiani regionali e dialetti diversi, i parlanti sono di età e sesso differenti (variabilità inter-parlatore). A complicare il processo di identificazione ci sono poi altri fattori: rumori di fondo o del canale di trasmissione della voce, voci di altri parlanti in lontananza, riverberi, la radio accesa di un’auto su cui è collocato il sistema di captazione, e così via».

Grimaldi e Sigona hanno cercato di risolvere tali difficoltà attraverso SpeechBrain, una rete neurale, già scientificamente testata per altri scopi. La rete è stata “addestrata” a identificare le voci, estratte da YouTube, di oltre 7mila parlanti diversi in lingua inglese, tedesca, francese e indiana. Tali voci sono state degradate introducendo disturbi caratteristici del mondo reale. Gli studiosi del Cril hanno poi aggiunto una banca dati di voci rappresentative dell’italiano e di alcune varietà dell’arabo. Il sistema è stato testato secondo il modello di validazione internazionale sviluppato da Geoffrey Morrison dell’Aston University e da Ewald Enzinger dello Stanford Research Institute.

Ora, gli inquirenti hanno un utile e formidabile alleato per le loro indagini.

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