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Vigilesse interdette a Lecce: quell’amico che ha risparmiato 350 euro e 6 punti patente

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Vigilesse interdette a Lecce: quell’amico che ha risparmiato 350 euro e 6 punti patente

Il «ringraziamento» arriva nelle urne per le Comunali: «La mia famiglia ha fatto il suo dovere». Il pm: è un sistema criminale. 700mila euro persi, la Gdf: i soldi che il Comune non ha incassato per colpa dei «trucchi»

Giovedì 15 Febbraio 2024, 13:01

LECCE - I verbali non pagati nel 2018 da un amico della vigilessa Fracasso, Massimo Scanu, e da suoi familiari, sono magicamente spariti (meglio: «sospesi») dai sistemi informatici del Comune di Lecce nonostante fosse obbligatorio far partire l’iscrizione a ruolo. I documenti sono stati trovati in originale a casa della Fracasso, compresa la busta verde della notifica con sopra annotata la data di ricevimento. Erano divieti di sosta da 54 euro, ma anche un passaggio con il rosso che avrebbe comportato 342 euro di multa e la decurtazione di sei punti.

Oltre ai verbali, i militari hanno trovato in casa della donna anche gli originali di 22 ricorsi al Prefetto sottoscritti per conto della società di Scanu. Lo faceva per amicizia, la vigilessa Fracasso, ma non solo. Il pm Prontera parla infatti di «utilità personali della stessa Fracasso, come riparazione gratuita della sua auto, ovvero fornitura di auto sostitutiva», ma anche «e in special modo» dei voti che la famiglia Scanu avrebbe fornito a Finamore «in occasione delle elezioni amministrative del 2019 a Lecce». Due giorni dopo le elezioni, con Fracasso che non risulta eletto, Scanu rassicura al telefono l’amica vigilessa e il diretto interessato: «la razza il suo dovere l’aveva fatto».

Un modus operandi simile viene ricostruito dalla Procura per un amico di Finamore, Giuseppe Mele detto «Becks» («Indicato come “referente” nella lista» delle persone che gli avevano promesso il voto). L’uomo nel 2019 si rivolge a Finamore per comunicargli di aver ricevuto un verbale da 700 euro. «Duemiladiciassette... verbale sempre a mio figlio lo sai no?». «Sempre a tuo figlio?», gli risponde Finamore. «È normale io non posso avere macchine intestate a me altrimenti a me tolgono tutto e lo sai», gli spiega «Becks». Anche questo verbale risulta «archiviato» dopo che Finamore manda la foto della lettera di pre-ruolo alla compagna Fracasso, e anche in questo caso la Procura contesta il «mercimonio della funzione» per via della «promessa elettorale»: nell’elenco dei votanti, anche in questo caso, è riportata l’intera famiglia Mele. «Non si capisce quale altro motivo avrebbe avuto il Mele - scrive la gip Saracino - di interrogare il Finamore circa la sorte di un verbale di contestazione delle violazioni del codice della strada - annota infatti il gip -, se non quello di investire della problematica la compagna dello stesso

«Un sistema criminale ispirato dall’arricchimento personale - scrive il pm Alessandro Prontera nella richiesta di misure cautelari - tanto in termini patrimoniali quanto in termini di mantenimento di bacini elettorali nel territorio salentino, cui di fatto la funzione pubblica è asservita, anche attraverso il rafforzamento dei presidi di potere ormai consolidati nei più delicati gangli della macchina amministrativa: dalle locali amministrazioni a Lecce e Provincia. Presidi di potere che, per quanto emerso nel corso delle indagini, si alimentano della ricerca spasmodica del tornaconto politico-elettorale, da Pasqualini a Finamore, secondo un costume diventato ormai il timbro dell’azione amministrativa e politica di costoro». Un sistema che sembra molto ben architettato. Secondo la Finanza, infatti, Valletta e Fracasso si occuperebbero dell’«“intervento di ultima istanza”» per i verbali degli amici: se non si riuscivano a intercettare, se il ricorso al prefetto (sempre redatto da loro) non fosse stato accolto e «e laddove il relativo decreto di inammissibilità o ingiunzione fosse “sfuggito” al controllo del sodalizio», ecco che era pronta la soluzione finale. Ovvero la «neutralizzazione» del decreto ingiuntivo «a mezzo della "soppressione" dell'originale della cartolina di notifica». I finanzieri hanno infatti rilevato la «sospensione per archiviazione» di ulteriori verbali, tra quelli sequestrati a casa della Fracasso, che non risultavano più iscrivibili a ruolo per la mancanza della cartolina. Anche in questo caso la destinataria dei verbali «risulta inserita nelle liste relative alla promessa di voto». Un giochino, quella delle mancate iscrizioni a ruolo per mancanza della cartolina o del verbale originale, che tra 2015 e 2018 è costata al Comune di Lecce più di 700mila euro di minori incassi.

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