«Dedicate un po’ del vostro tempo ai poveri. Abbiamo bisogno di voi». L’arcivescovo Michele Seccia lancia un accorato appello ai giovani leccesi. Raggiunto in Episcopio per un’intervista in occasione delle festività natalizie, senza perdere tempo tocca il nodo nevralgico della povertà. «Qui a Lecce si vedono tanti, troppi poveri. E non sono solo immigrati. Faccio ogni giorno la triste esperienza di incontrarli in Piazza Duomo alla ricerca di un aiuto, di un sostegno, a volte di pochi spiccioli per comprare un panino».
Eccellenza la Chiesa cosa può fare e cosa fa?
«Ciò che può fare la Chiesa o il vescovo non può essere mai risolutivo rispetto ad una condizione sociale generale frutto di annosi ritardi, di errori strategici globali e non mi sbaglio se penso anche ad una volontà superiore, più grande di noi, che politicamente provoca tutto questo. D’altronde, Lecce è un minuscolo esempio delle disparità sociali che esistono in tutto il mondo».
Ma?
«Ma la nostra Caritas diocesana nell’anno in corso ha supportato quasi 1.600 famiglie. Parliamo di oltre 3.500 persone se consideriamo la media provinciale della composizione delle famiglie. Sono numeri, ma nascondono significati ancora più reconditi»...
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