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San Pancrazio salentino, la festa patronale riunisce due famiglie dopo 65 anni

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

San Pancrazio salentino, la festa patronale riunisce due famiglie dopo 65 anni

Un solo desiderio: partecipare dopo 65 anni alla festa patronale dedicata al santo Pancrazio. E così due famiglie residenti nella capitale si sono messe in macchina e hanno raggiunto il paesino.

Lunedì 15 Maggio 2023, 15:07

SAN PANCRAZIO SALENTINO - Un solo desiderio: partecipare dopo 65 anni alla festa patronale dedicata al santo Pancrazio. E così due famiglie residenti nella capitale si sono messe in macchina e hanno raggiunto il paesino. Accolti dal cugino Carminuccio Carbotti hanno vissuto giorni di grande felicità, tornando indietro nel tempo, «quando da bambini attendevamo insieme le celebrazioni del 12 maggio». Con la voce rotta dall’emozione Carminuccio Carbotti racconta del menu che ha preparato con la sua compagna Lenine perché i cugini apprezzassero ogni aspetto della trasferta salentina, a cominciare dall’enogastronomia. «La vigilia – ha sottolineato – come da tradizione, abbiamo pensato alla crema di fave con peperoni, ma non sono mancati
gli involtini di carne. Il giorno della festa spazio alle orecchiette con sugo e polpette e vino della casa Carbotti. Abbiamo studiato il menu proprio per soddisfare i loro gusti, preparando pietanze che non sono ordinarie e comuni a Roma».

I due fratelli, Pancrazio Tafuro e Antonio Tafuro accompagnati dalle rispettive mogli, sono soliti scegliere come meta delle vacanze estive San Pancrazio e dintorni, «ma mancavano dalla festa patronale da 65 anni. Mi hanno avvisato per tempo perché desideravano rivivere la magia della tradizione, legata ai più bei ricordi della nostra infanzia». È Carbotti a farsi portavoce di questa storia che ha il sapore dei legami indissolubili di famiglia, del colore patinato delle fotografie ingiallite, della voglia di tornare a stare insieme, tanto più in una ricorrenza così speciale. E in paese, menzionando i fratelli Tafuro, in tanti si propongono con una storia simile.

«Non posso competere con 65 anni chiaramente – dice con il sorriso Francesco Romano, giovane medico residente in Spagna – ma anche io quest’anno ho avvertito un forte bisogno di tornare a casa per una festa che in un modo o nell’altro ci unisce come comunità». E ancora altri. Che sia stata la pandemia o no, abbiamo tutti voglia di socialità, di rallegrarci insieme e che sia un caso o meno, si ricomincia sempre dal luogo in cui si è stati bene. Moltissimi i volti di chi non si incontrava da tempo. Per le vie principali del paese, illuminate a festa, era un continuo salutarsi, che rendeva quasi impossibile la marcia. È proprio vero che per andare avanti, a volte bisogna ritornare alle radici.

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