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Lecce: i turni al Pronto soccorso del Fazzi gestiti col gioco delle «tre carte»

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Lecce: i turni al Pronto soccorso del Fazzi gestiti col gioco delle «tre carte»

Il Pronto Soccorso del «Vito Fazzi»

Le carenze di organico costringono i medici a un’alternanza insolita. Per ovviare alla carenza di personale la direzione generale ha deciso di costituire un pool di camici bianchi impiegati in altri servizi

Domenica 12 Marzo 2023, 14:21

LECCE - Al pronto soccorso del «Vito Fazzi» di Lecce si coprono i turni con il gioco delle tre carte. Per ovviare alla carenza di personale medico la direzione generale ha deciso di costituire un pool di medici della Medicina di Emergenza-Urgenza, ma non si tratta di nuove reclute bensì di camici bianchi che sono impiegati in altri servizi. L’esito dell’operazione è scontato: sarà potenziato il pronto soccorso, ma si determineranno criticità nei servizi dove attualmente sono impiegati i sei medici che sono stati individuati. E non solo. Questi sei medici sono stati assunti dopo il superamento di un concorso per prestare servizio nel pronto soccorso del Fazzi. Nel corso degli anni, però, sono stati trasferiti ad altri servizi per inidoneità fisica o per altre ragioni previste dalla legge. A seguito dei problemi che si sono verificati in particolare al Fazzi, la direzione sanitaria ha provveduto ad effettuare una ricognizione di questo personale per verificare se vi fossero le condizioni per un rientro in servizio per cause urgenti e indifferibili. Una tantum, insomma.

Sottoposti a visita dal medico competente alcune inidoneità non sono più state certificate e anche le condizioni che avevano determinato il trasferimento di alcuni dal pronto soccorso ad altri servizi non sono state tenute in considerazione e alla fine in sei si sono visti recapitare la richiesta di un accordo sui turni che a quel punto sono passati ad essere una costante e non un fatto eccezionale. La matassa è ingarbugliata e sulla revoca della inidoneità ci sono state le richieste degli interessati di verifica da parte dello Spesal.

Il «reclutamento» ha riguardato un medico passato dal pronto soccorso al reparto di Medicina del Fazzi, un altro passato all’Oculistica dell’Ospedale di Gallipoli, sempre al Fazzi un medico al servizio Trasfusionale, un altro in Endoscopia, uno in Cardiologia e uno al distretto socio-sanitario di Galatina dove si occupa dell’Ufficio protesi.

La direzione sanitaria della Asl di Lecce ha proposto ai medici di rimanere nelle unità di appartenenza garantendo 7 turni al mese in pronto soccorso, in orario di lavoro. Ciò vuol dire che per 7 turni non potranno coprire i servizi di appartenenza aprendo vuoti in servizi importanti. Il classico gioco delle tre carte: si sposta qualcosa, senza cambiare nulla. La protesta dei medici c’è stata, ma la Asl ha continuato a seguire la rotta senza tentennamenti di sorta.

«Abbiamo dei medici assunti per la disciplina del pronto soccorso che nel corso degli anni erano finiti altrove, perlopiù per inidoneità al servizio dell’Emergenza-Urgenza – puntualizza Stefano Rossi, direttore generale della Asl di Lecce –. Si tratta di una ventina di persone. Vista la penuria di risorse, abbiamo verificato queste situazioni. Il medico competente, in alcuni casi, li ha dichiarati idonei. Per armonizzare l’organizzazione del lavoro, dando risposta anche alle esigenze del pronto soccorso, chi è idoneo al servizio ed è stato in origine assunto per il pronto soccorso rimarrà nei servizi in cui è impegnato garantendo dei turni per l’emergenza-urgenza in caso di necessità urgente e indifferibile. Gli specialisti non si trovano dietro l’angolo. Questa soluzione consente di far funzionare bene il pronto soccorso e invito tutti a venire al Dea per verificare come sta funzionando e come è organizzato. Oggi il tema principale è il pronto soccorso perché c’è un iperafflusso. Le alternative non sono tante e certamente non possiamo chiudere il pronto soccorso».

I confederali hanno chiesto un confronto sulla questione alla direzione generale della Asl di Lecce. «Come Cisl medici – afferma il segretario provinciale del sindacato, Fernando Monteforte – riteniamo improprio che questi colleghi siano sottratti ai servizi che ricoprono attualmente in quanto si creerebbero dei disservizi. Rimane il problema del pronto soccorso che non può essere risolto con soluzioni provvisorie. Innanzitutto servono più filtri affinché non tutto arrivi in pronto soccorso e quindi maggiori controlli a partire dai medici di medicina generale. Inoltre servirebbe una organizzazione più puntuale per far funzionare meglio la medicina di prossimità valorizzandola e rendendola più partecipe. Anche questo contribuirebbe a decongestionare i pronto soccorso oggi punto di riferimento dell’utenza anche per i piccoli traumi o i piccoli malesseri».

Il segretario della Fsi-Usae, Francesco Perrone, sta già dando battaglia: «A un nostro iscritto, inidoneo al servizio di Emergenza-Urgenza, è stata riconosciuta l’idoneità fisica. Un “miracolo”. In più al momento della visita gli è stato detto che quelle erano le indicazioni. Se ciò è avvenuto, è gravissimo. Ora ci sarà una verifica della certificazioni di idoneità da parte dello Spesal e in ogni caso non si risolvono i problemi creandone altri. In più non è chiaro con quale criterio è stato costituito questo pool visto che hanno chiamato diversi medici per individuarne solo sei. La direzione generale deve assumere visto che manca il personale».

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