NARDO' - Il tratto stradale Sant’Isidoro-Portoselvaggio-Santa Caterina che si trasforma in una sorta di “gran premio” di motociclismo, anche d’inverno.
Probabilmente molti conducenti delle due ruote pensano che la zona, affollatissima d’estate, sia deserta da ottobre in poi. Così invece non è visto che attorno al tratto in questione, la strada provinciale 286, nota soprattutto dai neretini come “La Cucchiara”, il fenomeno è intenso e pericoloso.
Le segnalazioni, più d’una, sono giunte all’associazione di sicurezza stradale “Alla conquista della vita”. Tramite il suo presidente Walter Gabellone, il sodalizio da un lato invita i motociclisti alla prudenza e dall’altro esorta la Provincia a intervenire: «Ci contattano svariati cittadini residenti attorno alla zona di Portoselvaggio – dichiara Gabellone – esasperati dal continuo passaggio di motociclisti ad altissima velocità, diretti solitamente verso le marine di Nardò o di Porto Cesareo. Probabilmente qualcuno pensa, sbagliando in pieno, di attraversare zone frequentate d’estate ma deserte d’inverno, e che quindi si possa scorrazzare ad alta velocità. Non è affatto così – ammonisce Gabellone – perché a Santa Caterina, Porto Selvaggio e in zona “Cucchiara” sono tantissimi i residenti anche nei mesi invernali. E non solo loro: moltissime sono le persone che in questa zona vengono anche in questo periodo a fare footing o passeggiate grazie alla presenza del parco di Porto Selvaggio».
Gabellone torna poi a parlare dei residenti: «Chi vive in queste zone ha paura anche ad attraversare la strada, oltre ad essere esasperato dalle continue motociclette che provocano rumori, frastuoni e fanno vibrare i vetri delle case e suonare gli allarmi». Sul da farsi Gabellone non ha dubbi: «Allerteremo la Provincia di Lecce per far installare dissuasori di velocità o altri deterrenti, finché lo scopo non verrà raggiunto».
Gabellone precisa che la sua non è una “crociata” contro chi va in moto ma a tutela di pedoni, residenti e anche degli stessi motociclisti. «Chi sfreccia in questa come in altre strade deve avere rispetto di se stesso e per gli altri – dichiara il presidente dell’associazione “Alla conquista della vita” – e voglio precisare che non ce l’abbiamo con la “categoria” dei motociclisti. Andare in moto è un’esperienza bellissima. La moto fa comunità, fa fratellanza. Ma una passeggiata al mare non può trasformarsi in una sorta di “gara”».