NARDO'- Abuso d’ufficio, avviso di garanzia per il sindaco Pippi Mellone e venti consiglieri comunali di maggioranza.
Nel mirino della Procura di Lecce e del pubblico ministero Donatina Buffelli finisce la nomina, sette mesi fa, del commercialista Alessandro Sanasi a Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti al Comune di Nardò. L’elezione di Sanasi, sancita con delibera di consiglio comunale, avvenne il 14 marzo di quest’anno a maggioranza bulgara: 21 voti favorevoli su 24. In violazione però, secondo l’accusa, dello statuto comunale che all’articolo 82 prevede che non possano essere nominati Revisori dei Conti del Comune i candidati alle precedenti elezioni per l’ente medesimo. E sembrerebbe proprio il caso del professionista Alessandro Sanasi, alle elezioni comunali dell’ottobre 2021 candidato non eletto nella lista melloniana “Liberi Popolari”. Lista, tra l’altro, che fa riferimento proprio all’assessore comunale al Bilancio Gianpiero Lupo.
Sanasi come detto venne eletto nella seduta di consiglio comunale del 14 marzo di quest’anno. Il caso però venne sollevato pochi giorni dopo. Curiosamente non da esponenti dell’opposizione che siedono a Palazzo Personè ma dall’avvocato Marcello Risi. L’ex sindaco di centrosinistra, attivo nel panorama politico locale ma che non siede in Consiglio e alle elezioni amministrative 2021 non era candidato, definì quel voto in aula un «gravissimo atto del consiglio comunale vista l’elezione a revisore di un commercialista ineleggibile».
Con il sindaco Pippi Mellone risultano indagati per abuso d’ufficio: l’assessore al Bilancio Gianpiero Lupo, l’ex responsabile del settore economico-finanziario Pantaleo Isceri e i consiglieri comunali di maggioranza, tutti presenti quel giorno in aula e tutti ad aver espresso voto favorevole alla nomina del professionista Sanasi: Antonio Tondo, Massimo Dito, Carlo Benegiamo, Daniela Bove, Anna Lisa Cuppone, Gianluca Fedele, Alberto Egidio Gatto, Pierpaolo Giuri, Augusto Greco, Paolo Maccagnano, Pantaleo Manieri, Gabriele Mangione, Maria Giulia Manieri Elia, Lucio Margarito, Francesco Plantera, Alessandra Prete, Pier Luigi Tarantino, Ettore Tollemeto, Giuseppe Verardi. «In qualità di consiglieri comunali – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini – in violazione di norme dello statuto comunale al fine di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale ad Alessandro Sanasi (il compenso annuo previsto di oltre 28mila euro), lo eleggevano Presidente del Consiglio del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2022-2024 e ciò nonostante si fosse candidato alle ultime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Nardò (3 e 4 ottobre 2021) e pertanto fosse non eleggibile».
Peraltro, tre giorni dopo le accuse mosse dall’ex sindaco Risi, l’8 aprile scorso, il consiglio comunale operò quella che la Procura definisce «una sorta di “sanatoria” modificando “ad personam” lo Statuto del Comune di Nardò e dunque il suddetto articolo 82 non prevedendo più l’ineleggibilità a revisori di coloro che hanno partecipato all’ultima campagna elettorale del Comune, approvando poi anche una “convalida” della nomina illegittima già deliberata”». Infine, uno sguardo all’opposizione e all’aspetto politico della vicenda. In quella seduta di marzo i tre consiglieri comunali di centrosinistra Lorenzo Siciliano, Daniele Piccione e Carlo Falangone, presenti in aula, non votarono contro l’elezione di Sanasi ma si astennero. Era assente al momento del voto invece il quarto componente di minoranza, il consigliere comunale Mino Frasca.