Sabato 06 Settembre 2025 | 21:43

Tragedia a San Donato: urta cavo alta tensione mentre scarica da un camion, a 29 anni muore folgorato

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Vede i carabinieri e 16enne tenta di ingoiare la cocaina Arrestato un diciottenne

Il giovane è stato portato in ospedale a Lecce, ma non c'è stato nulla da fare

Lunedì 28 Marzo 2022, 12:30

16:35

Un giovane di 29 anni è morto questa mattina a San Donato (Le) folgorato da una scarica elettrica mentre era al lavoro in un impianto fotovoltaico. A quanto si apprende durante le manovre di scarico da un camion avrebbe urtato con un braccio meccanico il cavo dell'alta tensione. I carabinieri di San Cesario sono intervenuti tempestivamente insieme ai Vigili del Fuoco e al personale dello Spesal e dell'Enel, ma per il malcapitato non c'è stato nulla da fare, dopo il trasporto all'ospedale Vito Fazzi di Lecce è deceduto.

I SINDACATI - «Siamo ancora una volta costretti a commentare con il dolore nel cuore la notizia di una morte sul lavoro. Questa volta a perdere la vita è stato un giovane lavoratore impegnato su un campo fotovoltaico. Si esce da casa al mattino per guadagnarsi da vivere e poi non si fa ritorno. Tutto ciò è inaccettabile». Così Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lecce, commentano la morte di Antony Turnone, l'operaio di 30 anni di Martina Franca, rimasto folgorato dopo che il braccio meccanico che stava manovrando per spostare alcuni container ha toccato un cavo dell’alta tensione. Anche il presidente del comitato consultivo provinciale dell’Inail di Lecce, Donato Congedo, esprime «cordoglio» per quanto accaduto.
«Non certo un fatto isolato nel nostro Salento - evidenziano i sindacati - tutt'altro. L’ennesimo anello di una catena maledetta che non si riesce a spezzare. La triste classifica che pone la nostra provincia tra i primi posti per le morti bianche non si deve mai più commentare appellandosi al fato e alla cattiva sorte». Per Cgil, Cisl e Uil «serve un cambio repentino di cultura, della cultura della prevenzione e della sicurezza. Il sindacato ormai da mesi si è fatto portavoce di una vera e propria task force che abbia come focus la sicurezza». «Il Protocollo sulla sicurezza che a breve sarà firmato in Prefettura, insieme alla conseguente costituzione dell’Osservatorio Provinciale Sicurezza sul Lavoro - sottolineano - rappresentano soltanto i primi passi di un cammino che va assolutamente accelerato».

«Per bloccare gli incidenti sui luoghi di lavoro non servono leggi nuove ma l’applicazione ed il rispetto delle norme già esistenti». Così Antonio Castellucci, Segretario generale della Cisl regionale, riguardo l’aggravarsi degli infortuni in Puglia. «I resoconti degli ultimi giorni, in aggiunta a quelli degli ultimi anni, in Puglia ci consegnano un quadro molto preoccupante che va affrontato con maggiori controlli, prevenzione e formazione mirata a partite dai giovani studenti ai quali va favorita la cultura della sicurezza e l'esecuzione delle norme, nazionali e regionali, che se applicate possono bloccare questa terribile piaga della società.».
«Le norme ci sono e sono anche importanti - continua -, oltre al Decreto 81/2008, la Legge regionale n° 8 del 2014 voluta dalla Cisl Puglia dopo la raccolta di migliaia di firme di cittadini. Per questo chiediamo alla Regione Puglia, attestata la grande sensibilità, di dare attuazione con un confronto immediato e continuo, al tavolo tecnico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla legalità deciso il 6 ottobre 2021 nella sede dell’assise regionale e all’approvazione, nello stesso Consiglio Regionale, il 12 ottobre 2021 della mozione per rafforzare le misure in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro per combattere questa interminabile scia di sangue». «Non c'è più tempo da perdere! Basta infortuni: serve ora prevenzione vera, strategia, programmazione e non parole, c'è bisogno di maggiore coinvolgimento della politica, delle Istituzioni, delle imprese, dei lavoratori e di tutti gli Enti preposti in particolare l'Inail - conclude - convinti che può essere, di competente e forte supporto, non solo in termini di dati statistici e studio, ma in particolare per formazione qualificata e di possibili soluzioni per contrastare questa mattanza a cui assistiamo quotidianamente».

IL CORDOGLIO - «Martina e Crispiano piangono un giovane lavoratore. Antony Turnone, nato nella nostra città e vissuto a Crispiano, ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro in provincia di Lecce. E’ inaccettabile che nel terzo millennio in Italia si continui a morire sul lavoro. Ci auguriamo che questi episodi inducano le istituzioni competenti a porre in atto interventi sempre più incisivi per eliminare questo triste fenomeno che riguarda l’intera comunità nazionale». Lo sottolinea Franco Ancona, sindaco di Martina Franca, città nativa di Antony Turnone, l’operaio morto dopo essere stato investito da una scarica elettrica mentre lavorava per conto di una ditta nell’area di un impianto fotovoltaico di San Donato, in Salento. «Esprimiamo il nostro solidale cordoglio - aggiunge Ancona - e la nostra vicinanza alla famiglia e ai colleghi del giovane in questo momento drammatico e doloroso».
Anche Luca Lopomo, sindaco di Crispiano, città in cui viveva l'operaio, parla di «momento di incolmabile dolore». «Ancora - puntualizza - una insopportabile morte sul lavoro e una giovane vita strappata. Mi associo all’appello del collega Franco Ancona. Non si può perdere la vita a 30 anni lavorando. Antony era un ragazzo pieno di vita che lascia un vuoto incolmabile in tutta la comunità. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)