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Don Tonino Bello presto venerabile: le sue spoglie donate alla Chiesa

 
Antonio Andrea Ciardo

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Antonio Andrea Ciardo

Alessano di don Tonino Bellosogna la visita del Pontefice

Il gesto della famiglia ufficializzato con mons. Battaglia

Martedì 20 Aprile 2021, 11:14

11:15

La famiglia di don Tonino «ha donato i suoi resti mortali alla chiesa ugentina». Ed è la conferma, nel 28esimo anniversario della sua morte, che potrà essere presto «Venerabile» passaggio obbligato prima della proclamazione a Beato. La notizia sarà ufficializzata oggi, alle 18.30. Da tempo le comunità delle chiese di Ugento-S. Maria di Leuca e di Molfetta attendono l’emanazione del decreto di Papa Francesco con cui don Tonino sarà dichiarato Venerabile, in modo che si apra definitivamente l’iter verso la Beatificazione. Ad oggi la Chiesa lo ha riconosciuto Servo di Dio. Stasera, nella Chiesa del SS. Salvatore in Alessano, si terrà una Messa presieduta dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, e concelebrata dal Vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli. In questa sede il vescovo Angiuli annuncerà ufficialmente che il 23 febbraio scorso, con atto di donazione presso il notaio di Ugento, Alessandra De Blasi, Trifone, fratello di don Tonino, e i nipoti Federica e Stefano, «hanno donato i resti mortali alla Chiesa ugentina. All’evento ha partecipato, come testimone, il dottor Gianfranco Piccinni che mantiene viva la memoria del Servo di Dio e diffonde il suo messaggio di pace» ha spiegato Angiuli. Così come vuole la disposizione canonica della Congregazione delle Cause dei Santi, approvata dal Papa il 5 dicembre 2017 ed emanata dalla Congregazione l’8 dicembre successivo, «prima della beatificazione di un Venerabile Servo di Dio, l’erede è invitato dal Vescovo competente a donare i resti mortali alla Chiesa tramite uno strumento giuridicamente riconosciuto dalle autorità civili ed ecclesiastiche, affinché si possa salvaguardarne la conservazione». Un passo obbligato prima di essere proclamato Beato. Quanto alla presenza dell’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia - così si fa chiamare dai sacerdoti e dai fedeli dell’arcidiocesi partenopea - non è un mistero il suo legale personale e spirituale a don Tonino. Al suo ingresso a Napoli, il 2 febbraio scorso, don Mimmo ha esortato a “diventare testimoni di ciò che lo Spirito sussurra, suscita, muove, uscendo fuori dalle nostre comode certezze, perché solo partendo da chi è rimasto indietro potremo sperare di non lasciare da solo nessuno». E nella sua prima lettera alla Città di Napoli, nella Pasqua scorsa, ha voluto richiamare le parole di speranza di don Tonino: «quella speranza fatta di pianti e di attese, di rivolte interiori e di abbandoni alle braccia di Dio, di lotte senza violenza e di soste senza rassegnazione, di angosce per l’ingiustizia sopportata e di certezze che il Signore un giorno tergerà ogni lacrima dai loro occhi». Non è un caso che don Mimmo porta appesa al collo una croce perfetta copia di quella di legno di don Tonino.

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