TRICASE - Il Presepe Vivente si ferma causa Covid. E come sarà il primo Natale al tempo del Covid già lo sappiamo, ma come sarà a Tricase senza il Presepe vivente non lo si può immaginare, perché lo stop alla 41ma edizione è stato annunciato dal Comitato con uno scarno comunicato dal quale traspare tutta l’amarezza per uno stop forzato ad un evento che vide la luce nel lontano 1976.
«Ma un’iniziativa di memoria la intraprendiamo lo stesso - annuncia Lino Peluso, genero del compianto Andrea Rizzo che del Presepe vivente fu l’artefice della nascita su Monte Orco, sulle serre di Tricase -
Realizzeremo una grandissima stella cometa, visibile da lontano, non solo da Tricase, e che illuminerà per tutte le feste di Natale la collina, a ricordare a tutti che il Natale del Presepe vivente non muore, ma dà appuntamento al Natale 2021. Le troppe le presenze, che di anno in anno hanno toccato oltre i centomila visitatori, ci hanno consigliato di prendere la decisione dello stop a questa edizione».
L’iniziativa, nata per volere di Andrea Rizzo e di alcuni amici nel 1976, si è consolidata dalla nascita fino ad oggi, mantenendo la tradizione di rappresentare la Natività presso la collinetta di Monte Orco. Ricordiamo che il Presepe Vivente di Tricase si è sempre prefisso unicamente la finalità di solidarietà sociale, facendo opere di beneficenza oltre che tutelare e valorizzare la natura e l’ambiente. Con la l’allestimento e l’esecuzione del Presepe Vivente si è caratterizzato il territorio che ha assunto il valore di memoria e testimonianza della storia e dell’identità culturale popolare.
La rappresentazione è stata organizzata da un’esperta regia rispettando l’alta qualità e il realismo delle scene, con particolare cura ai costumi, ai personaggi ed ai percorsi. Il Presepe ha occupato un’area di oltre quattro ettari, sormontando un crinale naturale molto suggestivo su una delle “serre” del Sud Salento. E l’attività di beneficenza si è rivolta a favore di iniziative di valore umanitario e sociale e orientate a produrre benefici a persone svantaggiate a causa di condizioni economiche, sociali, fisiche, psichiche o familiari.
«La grande stella cometa sulla collina ci ricorderà quello che il Presepe vivente ha rappresentato fino ad oggi – sottolinea Peluso – e sarà un augurio perché “tutto ritorni al presente” nel 2021».