PORTO BADISCO - Sigilli ad una mega struttura destinata a diventare un albergo di lusso e centro congressi, in uno degli angoli più suggestivi del Salento.
Nelle scorse ore, il gip Cinzia Vergine ha disposto il sequestro preventivo del complesso edilizio, in località Porto Badisco, sulla provinciale S. Cesarea Terme- Uggiano La Chiesa. Il provvedimento, richiesto dal sostituto procuratore Alessandro Prontera, è stato eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Otranto. Nel decreto vengono indicati i nomi di 21 indagati, tra cui proprietari, committenti, tecnici-progettisti e direttori dei lavori che si sono succeduti negli anni. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura di lottizzazione abusiva. Viene contestata dalla Procura, «la trasformazione urbanistica del contesto originario paesaggistico e naturalistico dei luoghi, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrorogeologico». Infatti, la struttura ricade nel Parco Regionale, «Costa d’Otranto-S.Maria di Leuca e Bosco di Tricase».
Gli interventi edilizi sarebbero avvenuti in assenza del permesso di costruire e del nullaosta delle autorità preposte e delle prescrizioni della Sovrintendenza.
Al momento del sequestro, la struttura si presentava come un complesso di forma quadrangolare, sviluppato su tre livelli, per una complessiva cubatura di 3.196 metri cubici In particolare, sono stati individuati: un piano seminterrato accessibile da una scala interna che lo collega con l’atrio dell’albergo, composto da uno spazio collettivo e da due sale riunioni, vano deposito e blocco dei servizi igienici. E poi, un piano terra destinato ad albergo, costituito da ingresso ed atrio, accettazione e segreteria e da un corridoio centrale che distribuisce le camere su ambedue i lati, provviste di spazio scoperto di pertinenza. Infine, un primo piano sempre destinato ad albergo, con un corridoio centrale a cui si accede da una scala interna e da una esterna. Tali manufatti presentavano intonaci esterni grezzi già ultimati. Non solo, anche spazi esterni in corso d’opera, tapparelle elettriche. E ancora, interni privi di intonaco ma con predisposizioni per impianti elettrici, idrici, fognanti e rete antincendio.
Secondo il gip Vergine «la totale mancanza di un titolo abilitativo, unitamente alla stringente incidenza che l’edificazione di una struttura turistico ricettiva assume in un contesto territoriale destinato dagli strumenti urbanistici all’agricoltura, determina la convinzione che la possibilità di ultimare le opere e utilizzare l’area comporterebbe una modifica tale da stravolgere l’assetto territoriale ed urbanistico».