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Trepuzzi, travolse ciclista: condannato a 18 anni per «omicidio volontario»

 
Redazione online

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Trepuzzi, travolse  un ciclista. Condannato a 18 anni per «Omicidio volontario»

Il 37enne Andrea Taurino il 22 gennaio 2016 uccise il ciclista leccese Franco Amati, pasticcere di 67 anni meglio noto come «Mesciu Franco»

Sabato 06 Giugno 2020, 09:03

09:05

TREPUZZI - Condanna a 18 anni di reclusione per omicidio volontario per Andrea Taurino, il 37enne di Casalabate che il 22 gennaio 2016 travolse e uccise il ciclista leccese Franco Amati, pasticcere di 67 anni meglio noto come «Mesciu Franco».
Il verdetto è stato pronunciato dai giudici della sezione distaccata della Corte d’Assise d’Appello di Taranto, innanzi al quale si è celebrato un nuovo giudizio dopo il rinvio della Cassazione.

Gli ermellini avevano invitato i magistrati leccesi a disporre una consulenza tecnica per ricostruire con esattezza la dinamica del sinistro. In base alla quale è stato stabilito come non fu omicidio colposo. Bensì omicidio volontario, con l’aggravante di essersi messo alla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.

L’incidente avvenne in via Monticelli, a Casalabate.

La vittima ed un suo amico, il 64enne leccese Ugo Romano, percorrevano un’arteria solitamente frequentata dagli amanti della bicicletta. Improvvisamente sarebbero stati sorpassati a velocità piuttosto sostenuta da una Fiat 500. Dopo un’improvvisa inversione di marcia, Taurino avrebbe puntato la coppia di amici investendo entrambi a forte velocità per poi scappare senza prestare soccorso. Amati perse la vita sul colpo mentre l’amico rimase ferito.

L’automobilista venne raggiunto ed arrestato dopo qualche ora dai carabinieri. Il giovane, dal passato turbolento, confessò di aver fatto uso di eroina e di convivere con uno stato di tossicodipendenza ormai cronico. Gli esami sui campioni di sangue confermarono la presenza di oppiacei e di cannabinoidi.

All’esito del processo di primo grado, Taurino venne condannato all’ergastolo, ma i giudici d’appello ridussero poi la pena a 20 anni di reclusione.

L’imputato è difeso dall’avvocato Marco Pezzuto, le parti civili degli avvocati Diego De Cillis e Gaetano Stea.

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