LECCE - Un intervento di ricostruzione dell’esofago (Atresia esofagea) è stato praticato per la prima volta in Salento, al Vito Fazzi di Lecce, su una bambina di due anni che sin dalla nascita è stata alimentata attraverso un collegamento esterno allo stomaco (gastrostomia). Obiettivo dell’operazione, che la bimba ha subito il giorno del suo compleanno, è restituire alla piccola la possibilità di tornare a mangiare. L’intervento è stato eseguito dal professore Adrian Bianchi, dal chirurgo pediatrico Carlo Rossi e dal team di anestesia e rianimazione. Bianchi è uno specialista maltese che ha lavorato per anni al Royal Manchester Children's university hospital. «E' arrivato qui a Lecce per la nostra conoscenza personale - spiega Rossi - è un grande professionista, disponibile, ama il suo lavoro e, da pensionato, continua a farlo gratuitamente».
L’intervento cui la bambina é stata sottoposta - si evidenzia in una nota dell’ospedale - è di Artesia esofagea di primo tipo (long-gap). Si tratta di ricostruire l’esofago mancante ad una paziente nata con un moncone di esofago scollegato dallo stomaco. Questa condizione ha comportato che la paziente, seguita a domicilio, sino ad oggi sia stata alimentata attraverso un collegamento esterno allo stomaco (gastrostomia), mentre alla base del collo le era stata praticata un’esofagostomia cervicale, utilizzata per l’uscita della saliva e per 'allenarè il suo corpo a compiere i movimenti legati all’alimentazione, attraverso costanti esercizi di deglutizione.
«Questo tipo di intervento - sottolinea Rossi - in passato si faceva utilizzando una porzione di colon, che però non ha peristasi, cioè motilità, per cui l’allungamento poteva provocare difficoltà nelle normali funzioni. L’innovazione consiste nell’impiegare il digiuno o piccolo intestino, oppure lo stomaco, il che assicura una migliore funzionalità. In pratica, durante l’operazione il digiuno (o lo stomaco) viene allungato e collegato all’esofago nativo».
Ora la bimba è in terapia intensiva e non potrà essere svegliata per almeno una settimana.(