Entro la fine dell' anno, una volta esauriti gli ultimi adempimenti formali, i pm Franco Ionta, Erminio Amelio e Pietro Saviotti depositeranno gli atti prima di chiedere il rinvio a giudizio dell' unico indagato per strage con finalità di terrorismo: Abu Omar Al Kurdi, il terrorista iracheno ritenuto uno dei luogotenenti di Abu Musab Al Zarqawi, ucciso dagli americani il 7 giugno scorso.
Al Kurdi, arrestato dai soldati Usa a Falluja, è detenuto in Iraq con l' accusa di aver progettato una trentina di attentati, per i quali rischia la pena di morte: ha già confessato di aver preparato il camion bomba che piombò sulla Base Maestrale, occupata dagli italiani, precisando che, in realtà, gli attentati dovevano essere due ed avvenire in contemporanea. Ma un imprevisto tecnico-organizzativo vanificò il progetto.
Sentito dai pm romani tramite rogatoria internazionale e in collegamento in videoconferenza la scorsa estate, il terrorista ha dichiarato che l' attacco al quartier generale italiano rientrava in un' ottica di aggressione alle «truppe occupanti dell' Iraq». Il camion bomba, ha aggiunto, fu preparato insieme con Haji Thamer, ucciso a Falluja. Ai magistrati romani Al Kurdi, il cui ruolo nell' organizzazione era quello di gestire gli aspiranti kamikaze, ha precisato che l' operazione fu preceduta da una serie di sopralluoghi e fu ideata indipendentemente da particolari attività del governo italiano. Non solo, il via libera all' operazione, secondo il terrorista iracheno, arrivò dal consiglio religioso della «Shura» per il tramite dello stesso Al Zarqawi, il capo di Al Qaida in Iraq.
Oggi uno dei pm titolari dell' inchiesta, Amelio, ha incontrato l' avvocato Francesca Conte, legale dei familiari delle vittime nel procedimento aperto dalla procura militare di Roma sulle presunte carenze legate all' adozione delle misure di sicurezza della base Maestrale. Due ufficiali dei carabinieri, all' epoca dei fatti in forza al Msu, l' unità specializzata multinazionale, rischiano ora di vedersi notificare una richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito di questa inchiesta.
















