Giovedì 04 Dicembre 2025 | 05:41

Massacro del Circeo - «Ghira è morto»

Massacro del Circeo - «Ghira è morto»

 

Sabato 29 Ottobre 2005, 13:56

02 Febbraio 2016, 19:20

Svolta nelle indagini sulla latitanza di Andrea Ghira. Il massacratore del Circeo sarebbe morto, deceduto undici anni fa in Spagna.
La Squadra Mobile di Roma, diretta da Alberto Intini, e il Servizio Centrale Operativo in Marocco - nel cimitero di Melilla, enclave spagnola - hanno fatto riesumare il cadavere di tale "Massimiliano Testa" e lo hanno identificato per quello del "mostro" del Circeo in base all'esame dattiloscopico. La Procura di Roma ora attende la prova più certa dell'esame del Dna.
Ghira è l'uomo che il 30 settembre 1975, nella sua villa al Circeo, insieme a Gianni Guido e Angelo Izzo picchiarono,violentarono e annegarono una studentessa di 19 anni, Rosaria Lopez, e ridussero in fin di vita una sua amica di appena 17 anni, Donatella Colasanti, che riuscì a salvarsi solo facendosi credere morta dai tre massacratori.

Ma c'è di più. Ghira, condannato all'ergastolo per l'omicidio del Circeo, sarebbe riuscito a sfuggire alla giustizia italiana arruolandosi nella legione straniera spagnola, il «Tercio». Qui, sotto il nome di Massimo Testa, sarebbe diventato caporalmaggiore.
Nel settembre del '93, Massimo Testa, alias Gianni Ghira, sarebbe stato allontanato dal "Tercio" per assunzioni di sostanze stupefacenti. Esattamente un anno dopo, nel settembre '94, il decesso.

La foto diffusa dai mass media nelle ultime 24 ore che ritrae un uomo nel 1995 all'uscita di un palazzo nella capitale non sarebbe, pertanto, quella del superlatitante.
Gli investigatori quindi - come detto prima - hanno già acquisito le impronte digitali del caporalmaggiore Massimo Testa e le hanno messe a confronto con quelle di Ghira. Corrispondono, così come confermato dalle autorità spagnole.

Le impronte di Andrea Ghira erano in possesso della Polizia di Stato fin dall'ottobre 1973, allorquando la Questura di Roma lo denunciò per rapina. Insomma,il giallo del superlatitante sembra risolto dopo la girandola di interrogatori che ha visto sfilare davanti agli investigatori della polizia e dei carabinieri del Ros i famigliari di Ghira.

Tuttavia, per fugare ogni possibile dubbio, la Squadra Mobile di Roma ha già inoltrato al Procuratore aggiunto della capitale Italo Ormanni una richiesta per procedere al prelievo del Dna dalla salma sepolta a Melilla.

La Scientifica della polizia della Direzione Anticrimine Centrale aveva ricostruito i possibili volti di Andrea Ghira con la stessa tecnica usata pochi mesi prima per il superboss della mafia Bernando Provenzano, sulla base di fotografie dell'epoca.
Ingrassato, un accenno di doppio mento e i capelli radi; magro, barba e baffi, capelli corti un po' ingrigiti sulle tempie; magro, stessa barba e stessi baffi, capelli più rasati; magro, senza barba e baffi, capelli corti. E, infine, magro, completamente rasato, capelli corti ingrigiti sulle tempie: sarebbero questi, secondo gli investigatori, i cinque volti di Andrea Ghira, che oggi - se vivo - avrebbe 52 anni. Gli occhi sono quelli di un tempo, persi nel vuoto, quasi tristi, come in quel lontano pomeriggio di settembre del 1975 che lo ha portato sulle pagine di cronaca nera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)