Sabato 06 Settembre 2025 | 02:58

Dopo la querela il ministro Valditara risponde a Lagioia: «Non sono permaloso. Riconosca di aver esagerato e la ritirerò»

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Il ministro Valditara querela lo scrittore pugliese Nicola Lagioia per un tweet. E scoppia la polemica

In una lettera pubblicata su Il Tempo, il ministro sostiene anche che lo scrittore barese avrebbe ignorato una proposta di mediazione in passato

Domenica 22 Dicembre 2024, 19:52

La vicenda è già nota: lo scrittore Nicola Lagioia è stato querelato dal ministro Giuseppe Valditara, in seguito a un commento dello scrittore barese a un suo tweet, in cui spiegava la necessità di limitare la presenza degli studenti stranieri nelle classi italiane. 

«Quel tweet fu attaccato da tantissime persone in quei giorni per la sua nebulosità, con toni ben più aspri del mio. Ma il ministro decide di querelare me», ha spiegato Lagioia in un tweet, che ha poi approfondito la questione in una lettera pubblicata su La Stampa. Oggi Valditara ha risposto allo scrittore con una lettera pubblicata su Il Tempo, in cui scrive che «ci sono alcune cose che non tornano nella narrazione di Nicola Lagioia», accusandolo di non esseri presentato alla proposta di mediazione: «Lei ha affermato in una precedente intervista su La Stampa che non sarebbe vero che io le avrei proposto una mediazione, arrivando ad affermare testualmente: la "mediazione non mi è mai arrivata". Purtroppo lei sostiene una cosa errata: la proposta di mediazione le è stata notificata il giorno 27 maggio con tanto di firma per ricevuta da parte del portiere dello stabile dove lei abita. [...] La mediazione serve proprio per spiegarsi [...] non presentarsi ad una mediazione significa rifiutare il dialogo.» 

Valditara continua sostenendo che la querela è da attribuire alle esternazione dello scrittore durante una trasmissione televisiva, in cui Lagioia criticava il padronanza dell'italiano del ministro e lo tacciava di essere «ignorante». 

«Ho deciso di agire in giudizio, non certo perché permaloso - conclude - Lei affermi pure che quel tweet era scritto male, critichi pure duramente i miei provvedimenti e le mie idee, ma riconosca di essere andato oltre il legittimo esercizio della critica e che non è corretto insultare o offendere chicchessia, che denigrare e screditare la persona, non le sue idee, non ha nulla a che vedere con la critica politica. Se avrà il coraggio di fare queste affermazioni io non esiterò un attimo a fermare l’azione legale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)