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Vertenza Gazzetta, i poligrafici si fermano per cinque giorni

 
Vertenza Gazzetta, i poligrafici si fermano per cinque giorni

Le dichiarazioni dei sindacati

Martedì 31 Ottobre 2023, 08:00

Le lavoratrici e i lavoratori poligrafici della Gazzetta del Mezzogiorno, unitamente alle strutture territoriali e la RSU, riuniti in assemblea nella serata di ieri, per discutere dell’avviata procedura di licenziamento collettivo aperta dall’editore lo scorso 27 ottobre che prevede un pesante taglio occupazionale, in risposta a tale scellerata decisione hanno deciso di proclamare un pacchetto di cinque giorni di sciopero a partire da oggi 31 ottobre e fino al 4 novembre prossimo.

Inoltre - si legge in una nota firmata da SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL UGL Chimici Carta e Stampa - RSU EDIME srl - «a sostegno del percorso di lotta sindacale intrapreso, gli stessi lavoratori si sono organizzati per un presidio fisso nella città di Bari per informare la cittadinanza della carneficina sociale e culturale posta in essere con tale distruttiva azione aziendale. Le lavoratrici e i lavoratori poligrafici invitano la cittadinanza di Bari e dei territori di Puglia e Basilicata ad essere al loro fianco e a sostenere questa battaglia per la difesa dell’occupazione e della stessa sopravvivenza della Gazzetta del Mezzogiorno la cui presenza costituisce garanzia di democrazia e di pluralismo».

Già nei giorni scorsi Cgil-Uil-Cisl e Ugl e le Rsu dei poligrafici avevano bollato quale «irricevibile» e «irrituale» l’avvio di procedura di licenziamento collettivo attivata dalla società Edime srl. «La ripresa delle attività della Gazzetta, sospese nell’agosto 2021, passa per la omologa della proposta concordataria della Ecologica Spa (procedimento n. 40/2020 Fallimento Mediterranea S.p.a.). Tale proposta - ricordano Cgil, Cisl Uil e Ugl - prevedeva l’acquisizione dell’intero attivo e passivo fallimentare ed il mantenimento dei livelli occupazionali per un biennio. Orbene, ancor prima della scadenza dei due anni prevista dalla proposta concordataria ci troviamo con una procedura di licenziamento collettivo che distrugge la quasi totalità dell’asset poligrafico, che ha già subito enormi sacrifici per le difficoltà economiche in cui versava e versa la storica testata. Fino a quest’oggi le parti hanno sempre posto in campo strumenti di gestione degli esuberi concordati e con la possibilità di snellire gli organici grazie anche alle norme sui prepensionamenti votate in Parlamento. Non più tardi del 28 settembre scorso nel corso dell’incontro previsto con il Comitato per le Crisi Occupazionali della Regione Puglia avevamo lamentato una scarsa aderenza della società alle intese assunte al tavolo il 31.mar.2022 in tema di formazione (per la creazione di nuove opportunità di reimpiego delle risorse fuori dal ciclo produttivo e miglioramento delle competenze per investire sugli aspetti della digitalizzazione) e riguardo a tematiche completamente disattese (organizzazione archivio storico, proposte di riallocazione in aziende del gruppo, mancata attivazione di misure regionali di politiche attive del lavoro, mancata realizzazione dei distacchi presso terzi per la rotativa). Si evidenziava alla delegazione della Società la necessità di cambiare passo nella gestione del giornale per una concreta e visibile azione di risanamento e rilancio. Un quadro che già ci preoccupava e che ha visto la triste evoluzione odierna, nonostante una nuova convocazione del tavolo di crisi. La scelta di avviare la procedura di licenziamenti collettivi è una pesante, irriguardosa ed irrituale, forzatura, anche di fronte alle Istituzioni Regionali! Le scelte strategiche di business purtroppo non ci hanno mai visti coinvolti. Questo sindacato unitario, consapevole della crisi del settore, non più tardi del 13 ottobre scorso ha chiamato a raccolta tutti i Parlamentari eletti in Puglia per sollecitare un adeguato sostegno alla storica testata (contributi all’editoria) e la richiesta di una dotazione di strumenti legislativi utili ad una riduzione non traumatica della forza lavoro senza dispersione occupazionale. La politica ha raccolto il grido di sofferenza dei lavoratori e del sindacato, ed ha avviato un percorso per mettere nella disponibilità dell’editore alcuni strumenti necessari. La risposta non può essere l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo!»

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