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Morte presidente emerito Napolitano, camera ardente in Senato, funerali di Stato e lutto nazionale FdI sospende iniziative, salta anche convention a Bari

 
Redazione online

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Senato, critiche le condizioni di salute del Presidente emerito Napolitano

Il senatore a vita si è spento presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma

Venerdì 22 Settembre 2023, 20:00

23 Settembre 2023, 13:14

Oggi, alle ore 19.45, il Presidente Emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano, si è spento presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma. Palazzo Chigi ha disposto i funerali di Stato per martedì. La camera ardente sarà allestita in Senato forse già domani. Il giorno delle esequie sarà lutto nazionale.

Giorgio Napolitano è nato a Napoli il 29 giugno 1925, sposato con Clio Bittoni, ha avuto due figli, Giovanni e Giulio. Si è laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l’Università di Napoli con una tesi in economia politica. Nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al primo Congresso nazionale universitario. Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra.

Dall’autunno del 1946 alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni.

È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte - tranne che nella IV legislatura - fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli.
La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi - anche nei dibattiti in Assemblea - sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale. Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Negli anni '80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale. Già a partire dagli anni '70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all’estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington). Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo.

Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto presidente della Camera, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994. Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della commissione Esteri ed è stato presidente della commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo.
Non più parlamentare, è stato ministro dell’Interno e per il coordinamento della Protezione civile nel governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998. Dal 1995 al 2006 è stato presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo. Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato fino al 2004 presidente della commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento di Strasburgo.

Nel 2003 è stato nominato presidente della Fondazione della Camera dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il 10 maggio 2006 è stato eletto presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006. Il 20 aprile 2013 è stato rieletto presidente della Repubblica con 738 voti. Ha prestato giuramento il 22 aprile 2013. Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto senatore di diritto e a vita quale presidente emerito della Repubblica.

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IL CORDOGLIO DI BARDI

«Condoglianze alla famiglia di Giorgio Napolitano. Ci lascia un grande politico, un vero statista, un meridionale illustre». Così su X il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

IL RAPPORTO CON LA PUGLIA E LA BASILICATA

Intenso e profondo il legame di Giorgio Napolitano con la Puglia. Bari gli stava un po’ nel cuore: qui viveva suo fratello Massimo, architetto di fama. Non a caso in una delle visite da presidente, nell’ottobre 2013, scoprì la targa commemorativa sulla facciata del palazzo ex Enel, progettato molti anni prima da Massimo e dall’architetto Vittorio Chiaia.

Nel 2006 venne, invece, a conferire al Gonfalone del Comune di Bari la Medaglia d’Oro al merito civile in ricordo degli eventi che tra il 1940 e il 1945 hanno visto protagonista la popolazione barese. Suggestiva la cerimonia di consegna avvenuta nella Sala del Tridente all’interno della Fiera del Levante: in quell’occasione Napolitano fu ospite della Gazzetta del Mezzogiorno e visitò la mostra delle storiche pagine del nostro giornale. Nello stesso anno la visita al laboratorio di Nanotecnologie dell’Università di Lecce. Nel 2007 conferì la Medaglia d’Oro al merito civile anche a Foggia nel corso di una cerimonia tenuta a Roma il 25 aprile. Nel 2010 invece, l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bari: nel corso della cerimonia l’intitolazione dell’Ateneo ad Aldo Moro.

Memorabile anche la sua presenza a Barletta nel novembre del 2011: il presidente partecipò a un commovente incontro organizzato a un mese dal crollo di via Roma nel quale morirono cinque lavoratrici.

Gli ultimi ricordi pugliesi sono del novembre 2015: una mattinata trascorsa al Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari, una serie di incontri istituzionali poi una cena in un ristorante affacciato sul mare a nord del capoluogo con un menu di piatti della tradizione, come da espressa richiesta del presidente. Il giorno successivo la visita nella cella di Antonio Gramsci nel carcere di Turi e l’abbraccio infine della gente di Conversano.

In Basilicata ricordano infine la visita del primo ottobre del 2009 a Matera, Potenza e Rionero: incontrò i metalmeccanici, si recò all’Università e in serata a teatro. Il suo messaggio: c’è bisogno di un Sud che non pianga su se stesso.

IL CORDOGLIO

Il presidente del consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala - in una nota diffusa dall’ufficio stampa - ha espresso «profondo cordoglio per la scomparsa di Giorgio Napolitano, un uomo che ha costantemente contribuito alla crescita democratica e istituzionale della nostra Repubblica».
«L'Italia - ha continuato - piange la perdita di una figura di straordinaria rilevanza istituzionale, un custode di valori fondamentali. Desidero estendere le più sincere condoglianze ai familiari di Napolitano. Queste parole di conforto sono rivolte anche a nome di tutti i membri del Consiglio regionale lucano, che riconoscono l’importanza dell’eredità istituzionale e democratica lasciata da Napolitano al nostro Paese», ha concluso Cicala.

«Quando l’allievo è pronto, il maestro apparirà, recita un antico proverbio. Una delle grandi fortune della mia vita è stata che nel momento in cui la mia crescita politica richiedeva un esempio di integrità morale, competenza e rigore analitico, Giorgio Napolitano mi fu innanzi, Maestro e riferimento». Così, sui social, Gianni Pittella (Azione), sindaco di Lauria (Potenza), ex senatore e primo vicepresidente del Parlamento Europeo.
«Giorni interi, lungo molti anni, di ragionamento e discussione con lui e Andrea Geremicca alla Fondazione Mezzogiorno Europa - ha aggiunto - cinque anni insieme a Bruxelles tra gli scranni parlamentari e poi ancora il rapporto costante tra un giovane vicepresidente del Parlamento e il venerato Presidente della Repubblica. Un monito severo all’unità europea nel quadrante atlantico come unico orizzonte possibile per l’Italia e un’attenzione mai distratta al suo Mezzogiorno e alle opportunità spesso dissipate di crescita e sviluppo. Una voce alta e rigorosa che ci mancherà. Che mi mancherà. Ciao Giorgio», ha concluso Pittella.

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