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Nuova svolta nucleare per l’Italia; Salvini: «Produzione entro 10 anni»

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

Nuova svolta nucleare per l’Italia: in Puglia tre siti idonei per una centrale

Il ministro Picchetto Fratin: il 21 prima riunione della Piattaforma nazionale

Lunedì 04 Settembre 2023, 13:10

Il 21 settembre istituzioni e imprese della filiera atomica si riuniranno nella neonata «Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile». Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin (FI), l’ha annunciato al Forum Ambrosetti spiegando che sede dell’incontro è il ministero e che «si tratta della scelta di rendere palese quello che deve essere un impegno dello Stato sulla ricerca, la sperimentazione e l’implementazione della conoscenza che abbiamo già nel settore del nucleare».

Se di mezzo non ci fossero due referendum sul nucleare (nel 1987 e nel 2011 e gli italiani si sono espressi contro) e un mercato rialzista che in questi 35 anni ha portato l’uranio a costare il triplo, potrebbe apparire quasi un déjà vu. In realtà, nonostante il plauso di politici storicamente pro-centrali nucleari come il ministro Matteo Salvini (Lega) e Claudio Calenda (Azione), dal discorso del ministro si tratteggia una sorta di cabina di regia in cui confluiranno gli interessi del Paese declinati al futuro, cioè nella ricerca sia sulla fusione sia sulla fissione di quarta generazione, e al presente con - ha detto Picchetto Fratin - gli small reactor. Si tratta di mini-reattori nucleari modulari, che vedono coinvolte anche aziende nazionali importanti, ma che dovranno essere ancora perfezionati visto che scienziati di Stanford e British Columbia hanno concluso che costeranno meno ma produrranno fino a 30 volte più scorie rispetto alle centrali convenzionali.

L’aspetto forse più interessante di questa «piattaforma», che sarà coordinata dal ministero con il supporto di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) e di Enea, pare essere la nuova linfa che dovrebbe derivarne al sistema della ricerca e nell’alta formazione universitaria. Se però caliamo i progetti nella realtà, bisogna sottolineare che anche oggi il nostro Paese sforna (pochi) eccellenti ingegneri e fisici nucleari e che però vanno quasi tutti a lavorare all’estero.

Una riflessione merita anche l’aggettivo «sostenibile» usato dal ministro. Perché tutti vorrebbero fonti energetiche sostenibili su un piano umano, sociale, economico e ambientale. Se però guardiamo a come procedono le bonifiche nucleari nel nostro Paese (un esempio su tutti l’Itrec del Materano), la citata realtà induce a prudenza.

Salvini dice che la prima produzione nucleare nazionale potrebbe esserci già entro 10 anni. Dove non lo dice. Tempo fa Enel fece uno studio e i siti idonei erano in 8 regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Marche, Lazio, Molise e Puglia, unica regione d’Italia con ben tre località “buone” per una centrale nucleare, a Mola di Bari, Nardò e Manduria.

E il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, avverte: siamo pronti ad affrontare un terzo referendum.

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