Presidente Michele Emiliano, per il Pd e il centrosinistra le comunali di maggio a livello nazionale sono state una mezza disfatta. In Puglia i risultati sono ambivalenti: la destra ha preso Brindisi, i progressisti alcune città simbolo (Castellaneta e Ostuni), i civici emilianisti altre municipalità (da Bisceglie ad Altamura). Come stanno le cose?
«Innanzitutto il caso Brindisi è molto particolare».
A cosa si riferisce?
«Nel capoluogo salentino la destra ha copiato la lezione che negli ultimi anni abbiamo propalato noi: ha preso Pino Marchionna, un candidato socialista che addirittura era ancora in carica in una delle partecipate della Provincia di Brindisi, un amico mio e di socialisti come Tanzarella e Guadalupi, e lo ha trasformato nel candidato della destra. Avevano provato a fare qualcosa di simile a Taranto, con l’ex segretario del Pd Walter Musillo, ma la città apprezzava Melucci e per questo è stato riconfermato».
Cosa non ha funzionato nella città salentina?
«Due elementi: l’amministrazione di Rossi, per responsabilità di tutti, non aveva funzionato bene, si era caratterizzata soprattutto per i “no” su molte questioni, con conflitti anche con noi Regione Puglia. Abbiamo provato ad allargare tentando di convincere tutta la coalizione progressista - compresi i vendoliani e i verdi - a sostenere Roberto Fusco, amico personale di Giuseppe Conte. Tutto si è spezzato perché Rossi non ha accettato la sostituzione sapendo che la sua capacità elettorale era ridotta»...
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