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Tarantini, l’ultima condanna a Bari: farà volontariato per due anni

Tarantini, l’ultima condanna a Bari: farà volontariato per due anni

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Tarantini, l’ultima condanna a Bari: farà volontariato per due anni

Nella Casa delle Donne. Anche questa volta come con le precedenti sentenze, non finirà in carcere

Sabato 01 Aprile 2023, 13:10

BARI - Due anni, un mese e tre giorni di reclusione per sfruttamento della prostituzione. Tra qualche ora Gianpaolo Tarantini inizierà a scontare l’ultima condanna incassata, quella relativa alla vicenda che lo ha reso noto alle cronache di tutta Italia, e non solo, per aver portate decine di donne, molte delle quali escort «prezzolate», alle cene e feste nelle residenze di Silvio Berlusconi.

Farà volontariato per poco più di 24 mesi, continuerà a lavorare come commesso nel negozio di abbigliamento per bambini della compagna e periodicamente avrà colloqui con le psicologhe della «Casa internazionale delle donne». Non potrà allontanarsi di notte dalla sua casa romana e non dovrà frequentare pregiudicati. Sono queste solo alcune delle condizioni che il Tribunale di Sorveglianza di Bari ha imposto all’imputato Tarantini concedendogli l’affidamento in prova ai servizi sociali. Anche questa volta, cioè, come è stato con le precedenti condanne per bancarotta, droga e turbativa d’asta, non finirà in carcere.

A Palazzo Grazioli e Villa Certosa, tra il 2008 e il 2009, con il Cavaliere all’epoca presidente del Consiglio in carica, Tarantini - hanno accertato tre gradi di giudizio - portò anche prostitute. «Gianpi» è stato l’unico ad incassare una condanna: 2 anni e 10 mesi di reclusione, quasi tutti ancora da scontare. Fu lui ad aver reclutato alcune di quelle donne, la sua «scuderia», perché si prostituissero con l’ex premier.

Nel provvedimento dei giudici che hanno accolto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali formulata dal difensore, l’avvocato Nicola Quaranta, con parere favorevole della Procura generale, si descrive un Tarantini che «ha riflettuto criticamente» sui reati commessi e «ora ha rivalutato i propri comportamenti, consapevole della illiceità dei fatti commessi».

Una vicenda che ha dato origine ad altri due procedimenti penali: uno a carico di alcune di quelle donne che secondo la Procura in aula avrebbero testimoniato il falso, negando il sesso in cambio di denaro con l’ex premier (conclusosi in primo grado con tre condanne e 2 assoluzioni); l’altro nei confronti dello stesso Berlusconi, accusato di aver indotto Tarantini a mentire ai pm che indagavano sulle «escort».

Il processo a carico di Berlusconi è tuttora in corso. Ieri si è celebrata l’ultima udienza, finita con un nulla di fatto perché per la terza volta Valter Lavitola, l’ex direttore de l’Avanti ritenuto il tramite tra l’ex premier e Tarantini, non si è presentato, facendo pervenire al giudice un nuovo certificato medico. Ma la Procura insiste e il pm Baldo Pisani lo citerà ancora, per l’udienza del 28 aprile. «Se anche nella prossima udienza non si presenterà - ha detto la giudice Valentina Tripaldi - valuteremo se mandargli una visita fiscale».

Il leader di Forza Italia, accusato di aver pagato le bugie dette da «Gianpi» con mezzo milione di euro, spese legali e l’affitto di un appartamento nel rione Parioli di Roma, nella prossima udienza avrebbe dovuto sottoporsi a interrogatorio ma i suoi difensori, gli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Federico Cecconi, hanno fatto sapere che non verrà «anche per non aggravare le sue condizioni di salute», al più manderà dichiarazioni spontanee scritte.

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