Con la relazione del senatore Salvo Pogliese, nell’aula del Senato è cominciato l’esame del cosiddetto decreto ex Ilva, che disciplina gli stabilimenti di interesse strategico nazionale proprio come l’impianto di Taranto. Il provvedimento, in prima lettura al Senato, deve essere convertito in legge entro il 6 marzo.
L’Aula del Senato ha poi sospeso la discussione generale sul decreto Ilva, che riprenderà domani mattina alle 10. Il provvedimento, in prima lettura a palazzo Madama deve essere convertito in legge entro il 6 marzo.
LE DICHIARAZIONI
«Il Dl 2/23 rappresenta un’altra puntuale risposta del governo Meloni, e del suo ministro Adolfo Urso, a una assoluta emergenza che, nel caso in cui non si fosse intervenuti, avrebbe messo a repentaglio la prosecuzione dell’attività nel polo siderurgico di Taranto, che svolge una funzione di interesse strategico nazionale. A distanza di un mese, quindi, da un altro intervento normativo molto importante (il DL 187 del 5 dicembre 2022) che ha affrontato un’altra emergenza nel polo petrolchimico di Priolo, il Governo ha dato puntuale dimostrazione di tempestività e di efficienza sostenendo un altro settore strategico per la nostra Nazione, quale certamente è quello siderurgico». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese, relatore del decreto.
«Sull'ex Ilva il governo Meloni è intervenuto prontamente con un decreto che stanzia fondi e mira a conciliare il diritto alla salute con quello alla produzione. I governi che ci hanno preceduto sono andati avanti dal 2012 con decreti 'salva Ilvà che non hanno portato a niente e le polemiche cui oggi abbiamo assistito in aula sono state intentate dagli stessi che hanno governato fino ad oggi. Parliamo di una realtà che sostiene 10mila famiglie, l’Italia non può rinunciare al proprio acciaio e il collante per garantire un futuro ad Acciaierie Italiane deve essere la politica. Non è più tempo delle polemiche ma di trovare una soluzione ed è per questo che questo decreto va votato». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre.
«Necessario salvaguardare i contesti industriali di interesse strategico nazionale. Occorre tutelare i posti di lavoro e, allo stesso tempo, la filiera dell’acciaio italiano. Obiettivo del provvedimento è, soprattutto, sostenere le imprese che, a causa dei costi esorbitanti dell’energia e in assenza di liquidità, sono ricorse a massicce richieste di cassa integrazione. Le aziende strategiche trainano la nostra economia e l’Italia non può fare a meno di loro per andare avanti. Come Lega, difendiamo e difenderemo sempre le imprese italiane e i nostri lavoratori». Così il senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio in discussione generale sul decreto legge sugli impianti strategici a Palazzo Madama.
«Il decreto che salva l’ex Ilva di Taranto nasce da una complessa congiuntura internazionale e rappresenta una misura strategica per l’Italia. Il governo è intervenuto bilanciando due necessità: la continuità dell’Ilva e la salvaguardia della salute. Siamo davanti all’affannosa ricerca di un punto di equilibrio tra queste due priorità per la collettività. Noi garantiamo la continuità della produzione grazie alle norme previste in questo decreto. Non è vero che i soldi stanziati non frutteranno, perché lo Stato è pronto a entrare nel capitale sociale in condizioni favorevoli di mercato. Sono risorse necessarie. Sento di lanciare poi un appello al governo: non si trascurino le aziende dell’indotto. Le attività che hanno fiducia nello Stato devono sopravvivere e non morire di crediti mai riscossi. Questo provvedimento non guarda solo all’oggi, guarda al futuro di questa azienda e di un’intera comunità». Lo dichiara in Aula il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.