«La manovra che arriva in Parlamento è molto fragile, manca un capitolo essenziale che è la sanità dove ci sono liste di attesa ormai inaffrontabili. Gli italiani spendono per curarsi 50 miliardi all’anno e si indebitano se hanno un tumore. E’ inaccettabile. Poi il modo in cui vengono erogati 21 miliardi di contributi sul caro energia è un modo che non funziona, perché un piccolo commerciante quando gli arriva una bolletta e non riesce a pagarla chiude, quindi il credito di imposta arriva post mortem». Lo ha detto il segretario di Azione, Carlo Calenda, durante una conferenza stampa a Bari per la presentazione del nuovo gruppo nato in Consiglio regionale composto da Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, ex Pd; e da Sergio Clemente, ex 'Popolari con Emiliano'.
«Quello che abbiamo proposto alla Meloni - ha aggiunto - è un sistema che disaccoppia le energie rinnovabili dal gas e poi fa uno sconto ulteriore del 50%, costa un pochino meno, 19 miliardi. Poi abbiamo chiesto di concentrare il taglio del cuneo fiscale sui giovani».
«Azione e Italia Viva hanno costruito una federazione, proprio ieri ci siamo incontrati con Renzi per definire i dettagli e si va verso un partito unico: il nostro appuntamento sono le europee e fondamentali saranno le regionali. Per quella data dobbiamo riuscire a superare la soglia del 15% che è l’obiettivo che ci siamo dati per le europee. E vogliamo essere determinanti nella formazione delle maggioranze e di un modo di fare politica che sia diverso da quello che abbiamo visto negli ultimi anni». Lo ha detto il segretario di Azione, Carlo Calenda, durante una conferenza stampa a Bari.
Serve «un lavoro profondo di contromanovra che dice, stante l’importo della manovra, quali sono le cose che noi avremmo fatto con quei soldi? E noi lo abbiamo esposto alla Meloni e credo che questo sia il lavoro che deve fare ogni opposizione». Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, durante una conferenza stampa a Bari, ha risposto ad una domanda sulle polemiche dopo il suo incontro con la premier Giorgia Meloni nei giorni scorsi.
«SE EMILIANO FA IL RAS LO ACCOMPAGNIAMO FUORI»
«Chiaro che se c'è una pregiudiziale per Azione nelle alleanze regionali, verrà portata alla segretaria del Pd e come conseguenza avrà la rottura di tutte le giunte in tutta Italia che sono rette anche da Azione». Lo ha detto il segretario di Azione, Carlo Calenda, oggi a Bari dove ha annunciato la nascita del gruppo del suo partito nel Consiglio regionale in cui passano due consiglieri del Pd. Il segretario del Pd Puglia ha detto che i consiglieri saranno fuori dalla maggioranza. «Non capisco tanto bene il Pd - ha aggiunto Calenda - l’obiettivo è far cadere Emiliano? Sarei anche un uomo particolarmente felice di questa cosa, credo che sarebbe una grande liberazione per la Puglia. Tuttavia è quello che non abbiamo mai fatto nemmeno nel Lazio» dove stiamo costruendo «insieme un’alleanza politica».
«Ieri Emiliano mi ha mandato via Whatsapp la dichiarazione di Lacarra e Caracciolo ma dovrebbe conoscermi e sapere che non funziona con me questo atteggiamento. Lo feci accompagnare gentilmente fuori dalla sala del Mise per questa ragione. Se Emiliano ha intenzione di lavorare accogliendo i suggerimenti noi siamo qua, se ha intenzione di fare il ras della Puglia non gli va bene, perché come lo abbiamo accomodato fuori dal ministero dello Sviluppo quando ha passato il segno rischia che lo accomodiamo fuori dalla Regione». Lo ha detto a Bari il segretario di Azione, Carlo Calenda, presentando il nuovo gruppo di Azione in Consiglio regionale. Ieri sera il segretario e il capogruppo del Pd Puglia, Marco Lacarra e Filippo Caracciolo hanno trasmesso una nota congiunta dichiarando che i consiglieri regionali pugliesi del Pd che passeranno in Azione saranno ritenuti fuori dalla maggioranza.
«Il problema del Pd è che ha all’interno talmente tante anime diverse che non riesce a dire nulla, tranne generici appelli. Dunque è molto difficile fare politica. Nella politica il fatto saliente è che tu devi dire le cose, ma se tu non dici niente non fai politica, fai un appello moralistico: noi siamo i buoni, gli altri sono o fascisti o cattivi, ma non concludi nulla. E credo che questo purtroppo avviene a livello nazionale e ancor più a livello locale». Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, durante una conferenza stampa a Bari.
«Con Massimo Cassano abbiamo fatto una scelta che è stata una scelta sbagliata, nella vita può accadere. Una scelta che non ha funzionato e dunque Cassano non è in Azione, fa un percorso diverso. E’ stato un errore sotto elezione e me ne assumo la responsabilità anche se non veniva da me». Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Bari durante una conferenza stampa per la presentazione del nuovo gruppo di Azione nato in Consiglio regionale. Massimo Cassano, ex direttore generale dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) della Puglia ed ex sottosegretario durante il governo Renzi, alle scorse elezioni è stato candidato nelle liste del Terzo Polo ma non è stato eletto.
LA PUGLIA NON È IL SULTANATO DI EMILIANO
«La Puglia non è il sultanato di Emiliano, la Puglia è una grande regione italiana che partecipa al Pnrr e che si sta modernizzando, non è il posto dove Emiliano fa qualsiasi cosa e niente può essere fatto senza Michele Emiliano». Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, durante una conferenza stampa a Bari. «Anche perché - ha aggiunto - per fortuna il Tap lo abbiamo fatto nonostante Michele Emiliano, di cui ancora ricordo la frase 'il cantiere sembra Auschwitz'. Andate su quella spiaggia, vi accorgerete che non si vede nemmeno da dove passa il Tap. Mi ricordo anche quando Emiliano disse 'l'Ilva deve essere pubblica perché cosi riusciremo a fare l'acciaio green', così sono riusciti a fare cadere un contratto blindato con Mittal. Vi risulta che l’Ilva stia facendo acciaio green? Mi risulta invece che diamo un miliardo di euro per pagare la bolletta elettrica».