BARI - «Il governo ha presentato una manovra economica molto positiva, soprattutto in considerazione dei tempi stringatissimi che ha avuto per redigerla. In appena un mese, è nata una manovra da 32 miliardi con due grandi priorità: crescita economica e giustizia sociale, per tutelare le famiglie, le categorie fragili e combattere il più possibile le disuguaglianze».
Filippo Melchiorre promuove a pieni voti le misure annunciate da Meloni e dai suoi ministri. Il senatore barese di Fratelli d’Italia difende la filosofia alla base delle scelte dalle critiche subito piovute dall’opposizione ma si dice aperto a eventuali «contributi migliorativi» che dovessero arrivare dalle minoranze parlamentari.
Il colpo di spugna sul reddito di cittadinanza è fra i provvedimenti più contestati, cosa risponde?
«Non è pensabile garantire un sussidio permanente a persone che hanno la possibilità di lavorare ma restano a casa mentre dall’altra parte le aziende non trovano personale. Chi rientra in categorie svantaggiate, come donne in gravidanza o capifamiglia con figli minorenni, verrà tutelato e, attraverso percorsi di formazione mirati, messo in condizione di diventare un lavoratore. Se alla sinistra sta bene incentivare il “non lavoro”, il nostro ragionamento va in direzione contraria, per aiutare i veri ultimi combattendo la povertà e non limitandoci all’assistenzialismo. Come ha detto il nostro premier, non lasceremo mai indietro nessuno. E la nostra attenzione alle fasce più deboli è testimoniata anche dai 500 milioni di euro destinati a contrastare il caro-carrello della spesa».
Altre decisioni su cui c’è già grande scontro riguardano la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’aliquota al 15% sui redditi fino a 85mila euro degli autonomi. Strizzate l’occhio agli evasori?
«In realtà la rottamazione riguarda cartelle fino al 2015 per crediti fino a mille euro, ormai inesigibili per lo Stato. Come ha sottolineato il viceministro Leo, immaginiamo un sistema fiscale più dialogante con il cittadino e più conciliante, attraverso sanzioni meno pesanti e dilazionate nel tempo per permettere di pagare a chi non ha potuto farlo in caso di crisi. Un nuovo modello di fisco più vicino a imprese e cittadini, anche a tutela di chi paga sempre le tasse e non certo degli evasori».
Capitolo pensioni: è polemica sullo «sconto» per l’uscita dal lavoro alle donne con figli.
«La nostra visione politica ha la famiglia come elemento fondante della società. I dati demografici parlano chiaro: l’Italia non avrà futuro se non si mette in moto un meccanismo per la ripresa della natalità, che non può essere ostacolato dalle esigenze del lavoro. O si sostiene chi mette su famiglia oppure il Paese sarà costretto al declino. Il piccolo anticipo per l’uscita dal lavoro delle donne madri va in questa direzione».
(intervista a cura di Marco Seclì)
DECARO: NON PERMETTEREMO TAGLI AGLI ENTI LOCALI
«Abbiamo capito che ci sono un po’ di risorse sull’energia sia per la fine di quest’anno sia per l’inizio del prossimo e che saranno parzialmente neutralizzati i tagli legati a scadenze normative. Questo ci fa ben sperare rispetto al fatto che non saremo costretti a tagliare risorse e servizi importanti come quelli sociali in un momento delicatissimo per la vita del Paese e delle aziende».
Il sindaco di Bari Antonio Decaro fa un primo commento sulla manovra nella veste di presidente dell’Anci. Ieri a Bergamo ha aperto i lavori dell’assemblea nazionale dei Comuni italiani, cui ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il giudizio più politico, da esponente di punta del Pd, sulle «ricette» proposte dal governo Meloni, è per ora sospeso. Anche se un primo monito lo ha comunque lanciato: «Non permetteremo che si riapra la stagione dei tagli agli enti locali, che tanti danni ha fatto all’Italia, e dalla quale ci stiamo appena riprendendo».
Decaro e i colleghi sindaci, per ora, hanno tirato un sospiro di sollievo «Fino a stamattina (ieri, ndr) - ha detto - abbiamo avuto paura che la concomitanza dell’inflazione, dell’aumento dei costi dell’energia e contemporaneamente alcuni tagli indiretti e involontari, perché ci sono delle scadenze normative, portassero ad una riduzione delle risorse a disposizione dei bilanci dei comuni». Un pericolo che sembrerebbe scongiurato, anche se prudenza impone di leggere il testo della manovra prima del verdetto definitivo.
Il presidente dell’Anci, però, è pronto a chiedere ulteriori risorse al governo e, in particolare, interventi utili a velocizzare l’attuazione dei progetti del Pnrr. «Soprattutto sul Pnrr - ha specificato - chiediamo semplificazioni per ridurre i tempi per la spesa. E chiediamo risorse per affrontare l’incremento dei costi, come già accaduto con il precedente governo». Decaro ha infatti ricordato che per il 2022 l’esecutivo Draghi ha messo a disposizione risorse e procedure semplificate per accedervi. «Per l’anno prossimo chiediamo ulteriori risorse, sono costi di investimento per poter poi trasformare progetti in opere pubbliche, migliorare le condizioni di vita delle nostre comunità, altrimenti non ce la faremo. Ci sono progetti che non sono rimodulabili. Quelle risorse ci serviranno per dare attuazione ai fondi del Pnrr che sono un’occasione irripetibile per noi».
Da Bergamo è partita anche una prima proposta dei Comuni al governo. «L’istituzione - ha spiegato il sindaco di Bari - di un Fondo unico per il sistema di protezione sociale comunale, con risorse stabili che consentano agli ambiti e ai comuni, di programmare le attività all’inizio di ogni anno. Potrebbe essere una novità importante, una grande semplificazione delle procedure che andrebbe a tutto beneficio di quella parte della popolazione delle nostre città che più ha bisogno».
Non è poi mancato un passaggio sull’autonomia differenziata. «È chiaro - ha osservato Decaro - che secondo noi l’obiettivo debba essere migliorare il livello e la qualità dei servizi pubblici per tutti i cittadini italiani, nel tentativo di ridurre le distanze che ancora esistono fra varie zone del Paese». E ha avvertito: «Nessun intervento di riforma potrà mai intaccare le funzioni fondamentali dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane, come definite dalla legge statale sulla base del dettato costituzionale».
Il Pd ha già annunciato che scenderà in piazza contro la manovra... «E questo la dice lunga sullo stato in cui versa una parte dell’opposizione, che si limita a fare propaganda. Ci siamo abituati, ma rinnoviamo l’invito, anche ai parlamentari pugliesi, di non guardare al particolare ma di avanzare proposte concrete nell’interesse generale del Paese».