«Da Bruxelles a Roma mi porto la macchina del caffè e un ricordo simbolico, una penna a cui sono molto legato, che mi regalarono all’insediamento del parlamento europeo…». Andrea Caroppo, politico salentino, dal 2018 al 2022 è passato dal consiglio regionale a Bari al parlamento Ue per tornare ora alla Camera, eletto nel proporzionale con Forza Italia, partito a cui è approdato grazie all’intesa con Antonio Tajani e i due coordinatori pugliesi Mauro D’Attis e Dario Damiani (era stato eletto alle europee con la Lega, partito che aveva contribuito a radicare nella regione insieme alla sua rete autonomista Sud in testa).
Tre «traslochi politici» in quattro anni e mezzo. Quasi un record?
«A volte le cose si cercano, altre volte accadono. A Bruxelles avevo lavorato per costruire l’elezione con una squadra. Questa volta la candidatura è stata lanciata all’ultimo minuto. Sento una grande responsabilità. Dopo il consiglio comunale, Regione e europarlamento, per l’Onu non sono ancora pronto..».
Dietro questa tappe cosa c’è?
«C’è tanto impegno e il raccolto di una fiducia che tanti pugliesi riversano sulla mia persona, apprezzando concretezza e serietà».
Non ha avuto dubbi tra Ie Ue e Montecitorio. Come mai?
«Sarò a Roma per difendere la Puglia e il Salento. In Europa ho vissuto un'esperienza straordinaria, anche grazie a rapporti con colleghi esperti, che hanno governato nei rispettivi paesi europei. Il Pnrr nasceva anche da un nostro impegno. Ora si apre una stagione cruciale per il momento storico che attraversa l’Italia e darà il mio contributo».
Quali le priorità del suo mandato?
«Voglio smontare un racconto della Puglia come “isola felice” mentre tutti gli indicatori fondamentali economici ci vedono appaiati alle peggiori realtà del Sud Italia. L’economia langue, occupazione e natalità sono a livelli preoccupanti. Se andiamo avanti così perderemo il futuro. Chi pensa di far vivere la regione come un’isola delle Cicladi sbaglia direzione: quello non è un modello sostenibile. È tempo di investire su sviluppo, industrie e aziende che generano benessere e lavoro».
La vittoria alle politiche in Puglia apre nuovi scenari per il centrodestra?
«Abbiamo difficoltà nelle grandi città e sulla Regione. C’è un problema che il successo del 25 settembre aiuterà ad affrontare».
Emiliano e Decaro sono entrambi al secondo mandato. Avete iniziato a lavorare per il post?
«A Bari il centrodestra ha eletto il senatore, Filippo Melchiorre, in Regione arrivano due baresi, Fabio Romito e Michele Picaro. Si riparte dal capoluogo pugliese. Bisogna ora proporre la ricetta del buon governo, ma la scelta dei candidati non è secondaria. Si individuino in fretta le figure giuste».
Il risultato di Forza Italia in Puglia?
«Non ci attendevamo di essere la seconda regione azzurra d’Italia. Cresciamo rispetto a europee e regionali grazie al lavoro dei coordinatori e alla scelta di candidati credibili».
La Lega ha perso i consensi del 2019.
«Sono cambiate tante cose rispetto alle Europee, i numeri sono in linea con il livello nazionale. Per vincere nelle comunali bisogna però avere partiti nazionali forti e anche un mondo civico rilevante».