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Calenda: «Caccio chi va con Emiliano». Il dg Cassano: «E io cosa c’entro?»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Calenda: «Caccio chi va con Emiliano». Il dg Cassano: «E io cosa c’entro?»

Il leader di Azione: «Nessun accordo con il peggior presidente di regione». E sull’Arpal scoppia una nuova polemica

Giovedì 06 Ottobre 2022, 14:10

Potrebbero volare i cartellini rossi nella politica pugliese. «Qualsiasi tentativo di dialogo o di avvicinamento in Regione Puglia a Michele Emiliano, che consideriamo il peggior governatore nella storia recente del Paese, comporterà l’espulsione da Azione»: la bocciatura della proposta di legge sull’Arpal da parte della maggioranza giallo-rossa in Via Gentile ha allertato contro possibili «inciuci» i vertici nazionali del partito di Carlo Calenda, leader schierato apertamente contro il governatore pugliese. La norma bocciata dall’aula, se fosse stata approvata, avrebbe determinato la fine del mandato di direttore generale dell’agenzia per Massimo Cassano, leader di Puglia popolare, ma soprattutto candidato alla Camera nel listino proporzionale barese del Terzo polo.

Cassano, interpellato dalla «Gazzetta» sulla nascente querelle espulsioni in Azione, ha tagliato corto: «La questione non mi riguarda. Io che c’entro?». Tanto rumore per nulla? Non proprio. Una reazione così intransigente dei vertici calendiani nasce da una serie di riscontri. Prima del consiglio regionale sull’Arpal, il capogruppo dei Popolari, Massimiliano Stellato, aveva partecipato alla riunione della maggioranza. Poi lo stesso consigliere non si era palesato nella discussione in aula. L’antefatto? Stellato non solo era candidato alle politiche con Calenda, ma rientrava nel «pacchetto Cassano», ovvero nel gruppo di amministratori che, con l’adesione dell’ex sottosegretario, avrebbe dovuto passare all’opposizione della giunta regionale.

Da Azione Puglia, intanto, fanno sapere che non risulta la presenza di alcun consigliere regionale del partito nell’assemblea pugliese. Secondo altre ricostruzioni, invece, Stellato (che ha sui social il simbolo della bicicletta del Terzo polo), avrebbe provato a proporre l’adesione alla maggioranza, ma avrebbe ricevuto «picche» dai dirigenti locali... Allo stato, dunque, non c’è stata nessuna dichiarazione di adesione all’area calendiana, ma Cassano, abbandonando l’area della “Coalizione dei pugliesi”, aveva dichiarato di mettere a disposizione di Calenda e della Carfagna « la mia esperienza e la rete di amministratori».E sul piano dei contenuti aveva sposato la piattaforma sviluppista dell’ex ministro, in piena antitesi rispetto all’orizzonte di Emiliano (quindi era diventato pro termovalorizzatori, gassificatori o rigassificatori).

Sul tema, infine, è intervenuto il senatore di Fdi Ignazio Zullo, che ha rincarato, con un pizzico di ironia, la dose, aumentando i dubbi dei calendiani romani sul «papocchio politico» pugliese, dove nulla è come appare: «Se il leader di Azione si fosse fatto un giro nel Consiglio regionale pugliese non ci avrebbe messo molto a capire che il suo partito in Puglia altro non è che una propaggine di Emiliano».

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