Dalla vicina Praia a Mare, a due passi da Maratea, arriva una segnalazione che deve far riflettere per evitare che la solidarietà s’impigli nella beffa: il Comune calabrese non ha previsto nello statuto della tassa di soggiorno l’esenzione per i rifugiati di guerra. Ciò significa che, in linea teorica, gli ucraini ospiti di strutture ricettive della zona sono tenuti a pagare un euro a notte moltiplicato per le stelle dell’albergo in cui dimorano. C’è chi, come l’albergatore Matteo Cassiano, evita di chiederli ai profughi che ha accolto (ci mancherebbe...) e li versa di tasca propria. Ma la situazione va chiarita. E formalizzata nel regolamento. A Praia come altrove. Perché, all’atto del via libera della tassa di soggiorno non ci risulta che anche i Comuni lucani abbiano previsto un esonero per i rifugiati di guerra. D’altra parte, chi poteva immaginare solo tre mesi fa quello che sarebbe accaduto in Ucraina?
Allora mettiamo la pulce nell’orecchio dei nostri amministratori. Ciascun Comune ha fissato delle regole autonome per determinare i periodi di applicazione, le esenzioni e le riduzioni. Ad esempio, a livello nazionale in più di un terzo delle località (35% dei Comuni che applicano l’imposta) i ragazzi sino a 14 anni di età sono esentati dall’obbligo di pagare l’imposta. In altri casi l’esenzione vale fino al decimo anno (10,8% delle località), al dodicesimo (12,4%) o al diciottesimo (4,3%).
Il 24% dei Comuni ha stabilito di non applicare l’imposta durante il periodo di bassa stagione (che ovviamente varia da paese a paese). Molti altri hanno optato per far pagare l’imposta tutto l’anno, applicando uno sconto in bassa stagione. In più del 70% delle città l’imposta non si applica dopo un certo periodo di permanenza. Anche in questo caso, la soglia di riferimento varia da comune a comune: in alcuni casi 5 giorni, in altri 7, in altri 21. Inoltre, sono previste riduzioni ed esenzioni per gli anziani, per i gruppi organizzati, per i disabili, per gli autisti, le guide e gli accompagnatori, per chi frequenta le terme, per gli studenti, per i lavoratori, per le aree periferiche.
Un lungo elenco nel quale, come si vede, non c’è traccia di chi scappa dalla guerra. Più lungimirante è stato il Comune di Potenza, l’ultimo in Basilicata, in ordine di tempo, a istituire la tassa di soggiorno. Nel regolamento, infatti, alla voce esenzioni c’è un dettaglio che mette al riparo da paradossi come quello di Praia: «Sono esentati - si legge nel documento - i soggetti che alloggiano in strutture ricettive a seguito di provvedimenti adottati da autorità pubbliche, per fronteggiare situazioni di carattere sociale nonché di emergenza conseguenti ad eventi calamitosi o di natura straordinaria o per finalità di soccorso umanitario». Ecco, quella dicitura «finalità di soccorso umanitario» comprende naturalmente anche la vicenda dei profughi ucraini che, quindi, anche dal punto di vista burocratico non sono tenuti a versare la tassa. Agli altri Comuni lucani l’invito a mettere mano ai rispettivi regolamenti, aggiornandoli (purtroppo) ai tempi cupi che stiamo vivendo.