Onorevole Ylenja Lucaselli, componente della commissione Bilancio per Fdi, ci sono chance per gli italiani di ritrovare la Manovra approvata sotto l’albero?
«L’iter è serrato, come sempre per la legge di Bilancio. Il testo è all’esame della Commissione Bilancio al Senato, con l’obiettivo di approvarlo in Aula intorno al 20 Dicembre, per trasmetterlo alla Camera e chiudere definitivamente entro il 31 dicembre. Siamo in dirittura d’arrivo: gli italiani non troveranno esattamente la Manovra “sotto l’albero” il 25 dicembre, ma possiamo ragionevolmente dire che sarà approvata prima di Capodanno, come avvenuto negli ultimi anni. Stiamo lavorando intensamente per questo».
Ha seguito da protagonista tutte le finanziarie di Giorgia Meloni: quale l’elemento qualificante di quest’ultima?
«Questa Manovra conferma la linea del nostro governo: responsabilità nei conti pubblici, riduzione della pressione fiscale sul ceto medio e sostegno concreto a famiglie e imprese. L’elemento saliente è proprio il taglio strutturale dell’Irpef sul secondo scaglione, che rende più equo il sistema fiscale e aumenta il potere d’acquisto di milioni di italiani. È una misura che prosegue il percorso iniziato nel 2022: meno tasse sul lavoro, più risorse in tasca ai cittadini, senza mettere a rischio la sostenibilità del debito».
La destra e il viceministro Maurizio Leo hanno evidenziato che ci sarà un cambio degli scaglioni Irpef. Quali gli effetti sulle tasche dei cittadini?
«Confermiamo tre scaglioni Irpef, ma riduciamo l’aliquota intermedia dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro. Il risparmio medio è intorno ai 440 euro annui per chi è al centro di questa fascia, con benefici che arrivano fino a un massimo di circa 440 euro anche per redditi più alti, fino a 200.000 euro, dove opera una sterilizzazione. Si tratta di un intervento mirato sul ceto medio, che lascia più soldi in busta paga a lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati: un aiuto concreto contro l’inflazione e per rilanciare i consumi».
Irap sulle banche: a che punto è la discussione di questa misura?
«La discussione è conclusa con un’intesa solida: aumento temporaneo di 2 punti dell’aliquota Irap per banche e assicurazioni (dal 2026 al 2028), accompagnato da altre misure tecniche come l’affrancamento delle riserve e limiti alla deducibilità di alcune componenti. È un contributo equo da parte di un settore che ha registrato profitti record negli ultimi anni, per finanziare misure a favore di famiglie e imprese. Non è una “tassa sugli extraprofitti” ideologica, ma un prelievo responsabile che porta risorse importanti senza penalizzare i risparmiatori».
La tassa sui pacchi di 2 o 3 euro: che ratio ha questa novità e soprattutto su chi peserà questo aggravio?
«La ratio è duplice: contrastare la concorrenza sleale di piattaforme extra-Ue (come Shein o Temu) che inondano il mercato con prodotti a basso costo e spesso di scarsa qualità, e coprire i costi amministrativi e doganali legati alle microspedizioni. Il contributo fisso di 2 euro si applica a tutti i pacchi di valore inferiore a 150 euro, inclusi quelli interni, per evitare problemi di compatibilità Ue. Pesa principalmente sui consumatori che acquistano online articoli economici, ma l’obiettivo è proteggere il commercio italiano e le Pmi, spingendo verso acquisti più consapevoli».
Quali provvedimenti per famiglie e fasce fragili?
«Abbiamo un pacchetto robusto da oltre 3,5 miliardi nel triennio: rifinanziamento della “Carta Dedicata a Te” (500 euro per famiglie con Isee basso), potenziamento del bonus mamme lavoratrici (da 40 a 60 euro mensili), revisione Isee più favorevole (maggiori soglie per la casa e per nuclei numerosi), incremento delle pensioni minime e sociali, fondi per caregiver e contrasto alla povertà. Priorità assoluta alla natalità e alle fasce più deboli».
Il centrodestra come valuta l’ipotesi di una tassa sul contante?
«Siamo compatti nel contrastare qualsiasi nuova tassa sul contante: difendiamo la libertà di scelta nei pagamenti e siamo contro misure punitive che colpirebbero i cittadini onesti. Ipotesi come un “bollo” o restrizioni ulteriori non trovano spazio nella nostra visione; al contrario, abbiamo alzato il tetto cash per favorire la flessibilità, senza favorire l’evasione».
Opzione donna che fine fa?
«Opzione Donna è stata una misura utile, ma temporanea. Nella Manovra base non è prorogata, per concentrare risorse su interventi strutturali. Tuttavia, in Parlamento ci sono emendamenti per una proroga mirata o ampliata (ad esempio a disoccupate o in crisi aziendale): valuteremo con attenzione, bilanciando coperture e sostenibilità».
La riffa degli emendamenti: ci potrebbero essere novità per il mondo produttivo pugliese?
«Gli emendamenti sono migliaia, e molti riguardano misure nazionali per il Sud e le imprese, come incentivi Zes unica, decontribuzione sulle assunzioni, sostegno export. Per la Puglia ci sono proposte trasversali su infrastrutture, agricoltura e turismo. Il mondo produttivo pugliese beneficia comunque del taglio Irpef, degli incentivi alle assunzioni e delle misure per il Made in Italy».
















