BARI - Il dissequestro ha permesso di riprendere l’operatività, anche grazie alle misure di self cleaning messe in atto per rispondere ai rilievi della Finanza. Ma la situazione del consorzio Soa, che si occupa della logistica delle merci per molte piattaforme delle grande distribuzione organizzata, resta ancora critica: il caso è in mano alla Task force regionale per l’occupazione, che sta cercando una soluzione per i circa duemila dipendenti.
La notizia del dissequestro è arrivata proprio alla vigilia dell’ultima riunione del tavolo Sepac guidato da Leo Caroli. L’inchiesta sul consorzio Soa è sfociata il 10 ottobre nell’esecuzione di una serie di sequestri chiesti dai pm di Bari, Desirè Digeronimo e Lanfranco Marazia. L’accusa ipotizza frodi fiscali (utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e mancato versamento Iva) emerse nell’ambito di verifiche della Finanza sulla irregolare somministrazione di manodopera che Soa avrebbe effettuato attraverso l’uso delle cooperative: il consorzio firmava contratti di logistica con i clienti e ne appaltava l’esecuzione alle cooperative (riconducibili agli stessi vertici del consorzio), così creando - dice l’indagine - costi fittizi per abbattere l’Iva. In questo modo le coop (società «serbatoio» della manodopera) accumulavano debito Iva (circa 20 milioni di euro), mentre il consorzio Soa maturava corrispondenti crediti Iva allo scopo di compensare il debito creato dalle fatture emesse nei confronti dei committenti...
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