Le staminali ormai trovano sempre più largo uso in Medicina e grazie al progresso e alla ricerca molte delle tecniche ortopediche che puntano a «sostituire» ciò quanto consumato dal tempo o danneggiato da un trauma (protesi ginocchio, anca, spalla, ecc.), sono appunto sostituite dalle cellule staminali.
Per questo, diverse tecniche puntano ad isolare dei «fattori di crescita» presenti in cellule del nostro stesso organismo. Cellule «speciali» vengono prelevate (da sangue e/o da grasso) e successivamente manipolate con macchine attraverso procedure particolari che isolano la loro parte più indifferenziata (staminale). Queste cellule vengono poi reimmesse nella parte del corpo malata e/o consumata per riattivare i nostri stessi tessuti verso la guarigione /cicatrizzazione. Le due procedure più diffuse in ambito ortopedico sono: «lipogems» ( cellule adipose prelevate dal grasso addominale ) e «prp» (fattori di crescita derivati dal sangue).
Il «lipogems» è una tecnica di prelievo della cellule adipose dell’addome attraverso della cannule speciali. Queste cellule vengono prelevate in sala operatoria, manipolate e poi reintrodotte nella articolazione malata. Il terreno su cui agiscono meglio sono i danni della cartilagine eo o dell’osso. Ciò avviene spesso in associazione a procedure artroscopiche che preparano il campo su cui le cellule dovranno agire. «Si tratta quindi di tecniche che combinano procedure endoscopiche artroscopiche «classiche» al tempo di applicazione delle staminali. - precisa il dott. Andrea Mocci, specialista ortopedico (nonché responsabile dell’U.O. di Ortopedia di Anthea hospital). Queste tecniche hanno oramai sostituito il trapianto di condrociti ( diffuso negli anni 90 ) in quanto più semplici ed affidabili».
La tecnica «PRP» invece preleva del sangue, (attraverso un semplice prelievo in ambulatorio ) lo manipola attraverso delle macchine centrifughe isolando dei «frammenti» di piastrine che contengono dei potenti fattori di crescita. Questo concentrato di fattori di crescita viene infiltrato nei tessuti malati come una semplice infiltrazione .
È quindi una procedura più semplice dal punto di vista organizzativo (anche se complessa dal punto di vista autorizzativo procedurale) poiché può essere eseguita in ambulatorio. Il campo di applicazione del «Prp» è quello della riattivazione di tessuti malati (ex tendinopatia croniche spalla): quelli quelli tendinei, ad esempio, per loro caratteristiche sono poco vascolarizzati e quindi si possono giovare di un attivatore tissutale come il «Prp». «Un altro campo di applicazione del «Prp» è quello di sviluppare più velocemente e meglio la cicatrice a seguito di un trauma (come il caso della campionessa di sci Sofia Goggia che velocizzò il suo recupero dopo un trauma distorsivo al ginocchio). In questo caso quindi - aggiunge Mocci - il suo utilizzo è immediatamente successivo al un trauma articolare o ad una lesione muscolare».
Queste due procedure, ampiamente consolidate e diffuse, rappresentano l’avamposto delle tecniche che utilizzano le cellule staminali in ortopedia. Sono l’avamposto perché ancora oggi non riusciamo ad indirizzare in maniera specifica lo sviluppo di un determinato tipo di cellula invece di un'altra. Sono, simbolicamente, un potentissimo «concime» che viene seminato di un terreno (i nostri tessuti malati) che lo stimolano a guarire. E sono in campo ortopedico quanto di più moderno e biologico possediamo. Questa e comunque la strada del futuro , una strada in cui non ci sarà più bisogno di sostituire, ma basterà usare della cellule che verranno indirizzate verso i nostri tessuti per rigenerarli.