«La vita è un soffio e va respirata sempre bene, di giorno e di ….notte» . «Questa la considerazione amara fatta da un giovante disabile – dice il prof. Onofrio Resta, docente di patologia della malattie respiratorie dell’università di Bari - subito dopo essere uscito dal coma per una insufficienza respiratoria legata alla sua malattia e che lo costringerà alla tracheostotomia».
«Respiro» è la parola più usata al mondo dopo «vaccino» come registrato da una survey dell’OMS che ha intervistato gruppi di persone di Paesi diversi.
«Affanno, mancanza di fiato, difficoltà allo sforzo (sensazioni diverse riportate in maniera diversa e che oggi sono unificate come “BreathingDiscomfort”) – dice il prof. Resta - sono state lamentate in percentuali dal 35% al 70 % dai malati covid durante la malattia ma anche dopo, nella cosiddetta “sindrome” long covid». Sensazioni diverse che si mescolano con la paura di essere stato colpito dal virus e quindi di poter finire in un letto di ospedale con un supporto respiratorio più o meno invasivo.
Chi non respira bene, specialmente di notte, non fa l’amore, non lavora bene, presenta impressionanti apnee notturne (queste sono state approfondite e studiate, con suggestivi consensi a livello internazionale, dal prof. Resta che fa parte di gruppo Interterdisciplinare, coordinatore E.Tupputi) che si occupa delle problematiche legate al respiro, s’addormenta di giorno, va incontro a facili infortuni. «Una respirazione patologica cozza terribilmente con il corretto svolgersi del sonno in termini di durata, qualità e stadi del sonno la cui successione ordinata è determinante sul riposo fisico e mentale; la irregolarità disturba le funzioni fondamentali neuro-immuno-endocrine e quelle di attenzione, riflessi, pensieri, memoria, linguaggio. Il russamento fastidioso e il blocco del respiro per interminabili minuti ne sono un importante segnale (causa, tra l’altro, di molti matrimoni infranti o di tragedia intrafamiliari o di vicinato).»
I rapporti tra sonno e respiro sono stati l’argomento - coordinatore prof Onofrio Resta – nel Policlinico di Bari, di un importante seminario internazionale multidisciplinare (pneumologia, otorinolaringoiatria, medicina interna, cardiologia, endocrinologia, neurologia, medicina del lavoro, chirurgia maxillofacciale e igiene e prevenzione delle università di Bari e Foggia che si occupano di nuove metodiche di diagnostica e trattamento dei grandi russatori e delle apnee durante il sonno OSAS) ed organizzato da Dipartimento di Medicina Interdisciplinare (Prof Sabbà) e cattedra di Odontoiatria (Prof Favia, Di Venere).
L’ OSAS colpisce fino al 30% della popolazione over 40 anni, è spesso misconosciuta e non diagnosticata (predisposti i soggetti in eccesso ponderale e con alterazioni delle conformazioni delle vie alte e del massiccio cranio facciale) é gravata da severe complicazioni cardiocerebrovascolari.
Al seminario ha partecipato il prof Peter Cistulli, direttore della Pulmonary and Sleep Unit dell’università di Sydney, pugliese (originario di Turi), che in questo periodo è «Visiting Professor» dell’Università di Bari. Nella Unità di Sydney diretta da Cistulli, nell’80. è stata messa a punto la CPAP, supporto ventilatorio non invasivo che è ancora oggi il «gold standard» per il trattamento notturno della OSAS, purtroppo gravato da un importante percentuale di abbandono del trattamento.
Cistulli è uno dei più importanti studiosi dei rapporti tra apnee e cuore e sta sperimentando dei Device particolari tipo apparecchi ortodontici che sono più dotati tecnologicamente e, rispetto ai primi esemplari, più comodi e più facili da usare rispetto alla «cpap» e che, utilizzati di notte, impediscono, nel 30% dei casi, la chiusura delle alte vie respiratorie e quindi l’insorgenza delle Apnee, liberando questi soggetti dalla schiavitù della cpap.
Nel corso del Seminario svoltosi al policlinico di Bari, stati messi a punto anche protocolli di studio o contatti per «staging» di nostri giovani con l’Università Australiana.