ROMA - Sarà costruita nel Lazio, a Frascati, la macchina che dovrà dimostrare la fattibilità della fusione nucleare, l’energia pulita del futuro. Si chiama Divertor Test Tokamak (DTT), farà parte del Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare e promette un ritorno di due miliardi a fronte del costo di 500 milioni. La decisione sulla sede è del Consiglio di Amministrazione dell’Enea, che ha approvato la graduatoria finale delle nove località che si erano candidate ad ospitare la macchina.
«Oggi è l’Italia che vince perché investe sulla conoscenza e sull'energia sostenibile con un progetto che garantisce prospettive scientifiche e occupazionali positive per tutti e, in particolare, per i giovani», ha detto il presidente dell’Enea, Federico Testa. I lavori, che dovrebbero cominciare entro novembre e durare sette anni, coinvolgeranno oltre 1.500 persone più 1.000 nell’indotto.
Il Lazio è quindi al primo posto e ospiterà la macchina, risultato di una grande collaborazione nazionale e internazionale che vede la partecipazione della Repubblica Popolare Cinese (che contribuisce con 30 milioni), accanto al consorzio europeo Eurofusion, che gestisce le attività di ricerca sulla fusione (60 milioni) per conto della Commissione europea, ai ministeri dell’Istruzione, Università e Ricerca (40 milioni) e dello Sviluppo economico (40 milioni impegnati a partire dal 2019).
Partecipano inoltre Regione Lazio (25 milioni), l’Enea e i partner (50 milioni), cui si aggiunge un prestito Bei da 250 milioni. Soddisfatto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che in un post su Facebook ha scritto: «ci abbiamo creduto dall’inizio con un investimento da 25 milioni. Invertiamo la rotta, con il Lazio l’Italia vince».
Molto dure, in alcuni casi, le reazioni degli esclusi. Avevano partecipato al bando Puglia e Abruzzo, che si sono comunque aggiudicati rispettivamente secondo e terzo posto nella graduatoria con Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara), e poi Campania, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Piemonte e Veneto. «La montagna ha partorito Frascati», ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
«Prima di esprimere un giudizio su questa scelta - ha aggiunto - bisogna vedere i verbali di valutazione». Drastico infine il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso: «valuteremo i punteggi per un eventuale riesame».