Lunedì 08 Settembre 2025 | 20:06

Amoruso, da ex calciatore
del Bari a Masterchef

 
Nicola PEPE

Reporter:

Nicola PEPE

Amoruso, da ex calciatoredel Bari a Masterechef

Una volta lottava in campo ora deve difendersi ai fornelli: ecco la sua storia

Sabato 17 Marzo 2018, 13:02

13:03

DAVIDE LATTANZI

Una volta lottava in campo, ora deve difendersi ai fornelli. Eppure, Lorenzo Amoruso non è cambiato: così come lo si ricordava sul rettangolo verde, si ripropone in cucina. Grintoso e generoso, determinato ed animato da quel pizzico di esuberanza che, in una sola serata, lo ha reso già tra i personaggi più chiacchierati della nuova edizione di Masterchef Celebrity, il reality show in onda da giovedì sera su Sky Uno. Già, perché il 46enne ex difensore barese (cresciuto in biancorosso conquistando una promozione in serie A nel 1994) si è tuffato anima e corpo in questa nuova avventura. E nelle prime due puntate ha dovuto per ben due volte sottoporsi al terribile pressure test superando la prova e rimanendo in gara. È stato anche il leader di una delle due squadre che si sono affrontate a suon di prelibatezze sul traghetto da Genova alla Sardegna, sfoggiando un grembiule blu che un po’ rimandava come tonalità alla gloriosa formazione dei Rangers Glasgow, nella quale Lorenzo ha militato per ben sei stagioni, divenendo il primo cattolico ad avere i gradi di capitano di una realtà tradizionalmente protestante. Insomma, una full immersion che «Rambo» (come affettuosamente lo chiamavano i tifosi del Bari) racconta così.

Lorenzo Amoruso, come inizio davvero non c’è male…
«Masterchef è davvero impegnativo, ma è anche un modo per confrontarsi con altre persone e farsi conoscere dalla gente. Magari in questo primo approccio avrò dato l’idea del burbero, ma sono molto diretto: preferisco una brutta verità a una dolce bugia. Spero che, col passare delle puntate, emergano i valori del mio carattere».

Un ex calciatore con la passione per la cucina: non è usuale…
«Sono andato via da casa molto giovane e ho dovuto imparare a sbrigarmela da solo. In particolare nei nove anni trascorsi tra Scozia e Inghilterra: sebbene il vitto fosse garantito dalle società e c’erano convenzioni con diversi ristoranti anche italiani, ci tenevo a mantenere una dieta sana ed equilibrata. Così ho cominciato ad arrangiarmi. Sulle prime mi sono fatto guidare da mia madre e mia sorella che cucinano “da paura”, ma, col passar del tempo, mi sono cimentato in piatti più complessi e ho scoperto che cucinare, oltre a riuscirmi benino, mi rilassava. Certo, a Masterchef questa sensazione scompare: lì la tensione è massima, ma la mia attitudine alla competizione aiuta a gestire la pressione».

Quali sono i suoi cavalli di battaglia in cucina?
«Ho imparato molti piatti tipici pugliesi fino a scrivere addirittura un libro dal titolo Love Food per far conoscere le nostre tradizioni nel Regno Unito. Ma diciamo che la cucina barese, molto condita, non si concilia troppo con la dieta di uno sportivo. Perciò, se organizzo una cena, magari scelgo un secondo: a Capodanno, ad esempio, ho proposto il baccalà alla livornese con tortini di carciofi. E poi me la cavo bene con le verdure. Ammetto che Masterchef ha cambiato molte delle mie certezze: in quel contesto, capisci come migliorare anche le cose apparentemente scontate».

Il suo futuro sarà nel calcio o in cucina?
«Non esageriamo: ho l’abilitazione sia da allenatore, sia da direttore sportivo. In più, sono opinionista su varie emittenti: il calcio resta il mio “centro” e non ho abbandonato il sogno di lavorare in un club: a tal proposito, un po’ mi dispiace che il Bari non abbia mai pensato a me o ad altri ex che hanno a cuore le sorti biancorosse. Aspetterò la mia occasione. E nel frattempo, continuerò a dilettarmi ai fornelli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)