di Giovanni Longo
BARI - «Sono felice perché è stato accertato quello che ho sempre sostenuto: mai avuto nulla a che fare con il “calcioscommesse”». Stefano Guberti segna un gol importante nella sua carriera. Anzi, una doppietta. Dopo l’assoluzione negli anni scorsi dall’accusa di avere partecipato alla presunta combine nella partita Bari-Sampdoria (0-1) del 23 aprile 2011, ieri è stato di nuovo assolto (per non avere commesso il fatto) dall’accusa di frode sportiva in relazione alla gara Salernitana-Bari del 23 maggio 2009 (3-2). I giudici hanno stabilito che anche Daniele De Vezze è estraneo alla presunta combine, al pari di Angelo Iacovelli ex factotum dei calciatori del Bari. Assolti anche loro.
I giudici hanno poi dichiarato la prescrizione per altri due ex giocatori, Vincenzo Santoruvo e Ivan Rajcic, accusati di frode sportiva in relazione a Bari-Treviso del 10 maggio 2008. Prescrizione e conferma del risarcimento danni nei confronti della Figc. Secondo la Procura di Bari, entrambe le gare erano state vendute dai baresi per 200mila euro. In primo grado i cinque imputati erano stati condannati a pene comprese fra 18 e 6 mesi.
Un procedimento costato squalifiche disposte dalla giustizia sportiva. «Parliamo di ragazzi che, in ragione delle accuse formulate, hanno subito un danno irreparabile e non quantificabile - ha dichiarato il difensore di Guberti e De Vezze, l’avvocato Piero Nacci Manara -. Accolgo con assoluta soddisfazione il risultato processuale conseguito, ma resta il rammarico in ragione delle squalifiche riportate in seguito ad un giudizio che osserva regole e principi peculiari, quale quello sportivo. Squalifiche per fatti che, al contrario, la giustizia ordinaria ha accertato non essere stati commessi».
«A distanza di tanti anni è un grandissima vittoria - commenta De Vezze - anche se onestamente quello che mi hanno tolto e che ho pagato non potrà mai essermi restituito. Adesso conta la mia riabilitazione come uomo e sportivo. Vorrei potere fare qualcosa nel calcio professionistico».
«È importante che la gente sappia che sono una persona perbene - dice Guberti -. Ho pagato un prezzo altissimo per qualcosa che non ho commesso». Aveva un contratto quadriennale con la Roma quando venne squalificato per tre anni. C’era chi intravedeva un futuro in Nazionale. «Mi rimarrà per sempre il rimorso di non avere avuto la possibilità di vivere al massimo la mia carriera in un momento così bello. Credo non sia giusto decidere a cuor leggero sulla vita delle persone che, come me, vivono di calcio e per il calcio. Se la giustizia sportiva avesse potuto analizzare con calma le prove, forse sarebbe giunta alla stessa conclusione di quella ordinaria».
Che effetto fa vedere giocare Masiello in serie A? «Mi chiedo perché ha incolpato ingiustamente me e tanti altri giocatori. Dopo avere lanciato le sue accuse e avere scontato una squalifica è tornato a giocare. Buon per lui. Per me, semplicemente non esiste». A 33 anni, Guberti gioca in C con il lanciatissimo Siena. Il futuro? A colori, magari biancorossi. «Mi diverto ancora a giocare, è la mia vita. Sono stato benissimo a Bari, abbraccio i tifosi che hanno sempre creduto in me. E poi, chissà che un giorno non possa allenare il Bari...».