Sulla manovra il giudizio di Rocco Palese, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, è fortemente negativo, se non catastrofico. Ma nel quadro di una «bocciatura» senza attenuanti, c’è un elemento, l’unico, che la sua analisi segnala come «importante vittoria»: l’introduzione dell’obbligo della pubblicità legale sui giornali. «Una mia iniziativa – spiega Palese – accolta favorevolmente dalla Commissione ed entrata nella Legge di Bilancio».
On. Palese, partiamo da qui. Può spiegare la sua proposta?
Vede, ormai tutti scambiano la rete per il vangelo e ritengono, sbagliando, che la popolazione sia interamente alfabetizzata in senso digitale. E invece molti utilizzano solo la carta stampata per informarsi. La maggioranza invece si divide ogni giorno fra l’una e l’altra. Dunque, pensando a situazioni delicatissime come le aste giudiziarie e le gare in subappalto, ho ritenuto di dover intervenire per garantire una informazione più larga possibile. L’idea originaria, profondamente sbagliata, era quella di delegare tutto all’online. In questo modo abbiamo reso un servizio migliore e più democratico da cui i cittadini trarranno giovamento.
In che modo?
È una questione di trasparenza. Una maggiore visibilità delle aste giudiziarie e delle gare in subappalto è fattore di moralizzazione. La comunicazione sui giornali, immagino su quelli provvisti di maggior seguito nelle regioni, visto che i giornali italiani hanno innanzitutto un forte radicamento regionale, è fondamentale in tal senso. I giornali regionali sono nazionali e i giornali nazionali in Italia sono regionali, poiché il grosso delle vendite è concentrato nelle aree territoriali dove hanno sede le testate.
Qual è invece la sua opinione sul resto della Manovra?
Non posso che esprimere un giudizio decisamente negativo. Sono preoccupato, e molto, perché questa manovra, completamente costruita in debito, è una vera e propria bomba posta sotto i conti pubblici del nostro Paese. E poi, dato il clima elettorale, la situazione è completamente sfuggita di mano: la Legge ha 1300 commi e si dilunga per 550 pagine. Incredibile.
Però la maggioranza afferma che l’introduzione della fattura elettronica permetterà di recuperare sei miliardi e rendere la manovra sostenibile...
Trovo che sia una previsione totalmente ottimistica, poco ancorata alla realtà. Non solo, ma invece di pensare a ridurre la spesa pubblica hanno messo in piedi la solita distribuzione a pioggia di risorse senza affrontare le emergenze nella maniera dovuta.
Entriamo nel merito. Quali i giovamenti per il Mezzogiorno?
Verso il Sud non c'è stato alcun tipo di riguardo né di attenzione. Si va avanti con bonus e defiscalizzazioni, ma mancano operazioni di natura strutturale. Pensiamo al caso pugliese dell'ex OM Carrelli. Se la sinistra ritiene che il massimo d’intervento possibile sia stanziare risorse per la cassa integrazione, cosa necessaria ma non sufficiente, vuol dire che non c’è un disegno né una visione.
Altra emergenza, la Xylella...
Anche qui la musica non cambia. Al di là della tutela del paesaggio e della naturale identificazione con gli ulivi, simbolo dell’identità territoriale, lì è in atto una catastrofe socio-economica. Ma dalla Manovra sono arrivate soltanto delle briciole. Non si è fatta nemmeno una previsione di progetto di fattibilità.
Ma secondo lei dove risiede il cuore del problema?
Il problema è culturale, non c’è dubbio. Qualunque sia la questione, individuale o collettiva, grande o piccola, la sinistra pensa di risolvere tutto con una norma. È una visione burocratica e completamente sbagliata. Si punta tutto su un neoassistenzialismo di cui il Paese non ha alcun bisogno. Servono investimenti e prospettive.
[l.petr.]