Giovanni Rivelli
Altro che pace eterna: pressioni per «sloggiare» chi occupava i loculi, migliaia di euro per trovare un posto, la tumulazione da saldare a nero, la lapide da commissionare alla figlia del responsabile del servizio, e ora il rischio che per il defunto arrivi lo «sfratto» da parte del Comune, visto che il loculo è occupato senza una valida concessione, perché falsa.
Delle tribolazioni di chi è passato nell’aldilà, comunque, ieri se ne è occupata la giustizia terrena con l’arresto di 3 persone nell’ambito di un’inchiesta che vede altri 19 indagati e che ruota intorno a un presunto mercimonio sulle inumazioni nel vecchio cimitero di rione S. Rocco a Potenza.
In carcere, per decisione del Gip Amerigo Palma, è finito l’ex responsabile dei servizi cimiteriali del Comune, Vito Vaccaro, di 58 anni, mentre ai domiciliari sono andati un responsabile della ditta che gestiva il cimitero, Vito Claps, 56 anni, e l’ex dirigente comunale Nicola Tammone, 77 anni.
Il «traffico» di loculi e cellette si basava su due pilastri: i regolamenti di polizia mortuaria che vietano la cessione delle sepolture a eccezione di parenti o «benemeriti» (chi ha fatto del bene ai titolari) e le «sanatorie» fatte dal Comune (1998 e 2015) per mettere regola vecchie prassi.
A quanto ricostruito dal Pm Veronica Calcagno con la Squadra Mobile, Vaccaro si sarebbe fatto mediatore delle vendite compilando delle cessioni retrodatate (ossia fatte prima delle sanatorie) in modo da regolarizzare le operazioni. E per mettere tutto a posto non sarebbero mancate firme false di un ignaro dirigente comunale (in un caso anche ritagliata da un’altra pratica e «appiccicata» su quella falsa), false firme di cedenti già deceduti e perfino marche da bollo d’epoca, prelevate da altre pratiche. In qualche caso il cedente nemmeno esisteva, si trattava di loculi comunali liberi che Vaccaro proponeva «conto terzi», ma intascando tutto il corrispettivo.
«Dobbiamo essere uomini, io ho aiutato sia a uno che all’altro» spiegava Vaccaro ignaro di essere ripreso dalle telecamere della polizia. Microspie che hanno immortalato il passaggio di migliaia di euro (anche 14mila) dalle mani dei malcapitati a quelle del... disponibile «funzionario» che nel solo periodo dal marzo al luglio scorsi avrebbe incassato 32.300 euro, ora posti sotto sequestro. Un elemento che potrebbe spiegare quella che il gip definisce «la sproporzione tra il tenore di vita tenuto dal Vaccaro e i redditi dichiarati», con gli anni tra il 2012 e il 2017 che lo vedono percettore di redditi per 62mila euro, ma spenderne oltre 243mila.
Affari che Vaccaro non avrebbe trattato da solo. E qui il ruolo di Tammone (impegnato nella trattativa per una cripta e una cappella, 65mila euro la prima 100mila la seconda) e quello di Claps che provvedeva a «movimentare» le salme, anche in assenza dei prescritti versamenti al Comune.