E’ stata seppellita nel cimitero di Galatina la bimba musulmana di dieci mesi morta per una malattia congenita il 21 giugno scorso all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. La piccola bara di colore bianco e senza alcun simbolo religioso, sia esterno sia interno, è arrivata verso mezzogiorno a bordo di un furgone della ditta delle pompe funebri incaricata del trasporto. Dietro, un piccolo corteo di auto partito da Bari per accompagnare il piccolo feretro durante il viaggio in Salento.
Presente, con alcuni volontari, Silvia Russo Frattasi, presidente dell’associazione 'Seconda Mammà, che ha sostenuto i costi del trasporto e della sepoltura, e c'era il presidente della Comunità islamica d’Italia (Cidi), Sharif Lorenzini, che ha ottenuto di far aprire per pochi minuti la bara per l’ultimo saluto da parte dei genitori, che non avevano più visto la figlioletta dal rito della purificazione subito dopo la morte. La piccola, con un breve rito musulmano officiato dal presidente della comunità islamica e dall’Imam, è stata seppellita in una fossa di circa due metri, con il corpo avvolto in un panno bianco senza cuciture e rivolto verso la Mecca. La fossa è stata scavata in un’area ancora non utilizzata del cimitero, in una zona che in futuro potrebbe essere destinata ad accogliere altre sepolture con rito musulmano.
«E' ancora presto per dirlo» ha affermato in proposito Marcello Amante, il neo- sindaco di Galatina che si è attivato perché la piccola, i cui genitori risiedono nel comune salentino, potesse avere una degna sepoltura dopo essere rimasta per giorni in una cella frigorifera. «Questa sepoltura è un atto che non ha nulla di eccezionale - ha spiegato - ma lo si doveva nei confronti di una famiglia e di un essere umano. Vedremo in futuro, di certo non saremo un’amministrazione chiusa, tanto più verso le religioni differenti».