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L'Ilva va ad Arcelor-Marcegaglia
Calenda firma. Emiliano insorge
Gli acquirenti: garantiremo futuro

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Passa la proposta che prevede 6mila esuberi. Il Premier Gentiloni, intanto, in settimana riceverà i sindacati

Lunedì 05 Giugno 2017, 20:17

06 Giugno 2017, 12:49

Ilva va ad Arcelor-Marcegaglia. E ora comincia il confronto per limitare i tagli occupazionali: il premier Gentiloni incontrerà in settimana i sindacati.  Come previsto, Carlo Calenda ha firmato questa sera il decreto cha autorizza i Commissari straordinari del Gruppo Ilva a procedere alla aggiudicazione degli asset del Gruppo Ilva ad Am Invesco. E’ la cordata formata da ArcelorMittal Italy Holding S.r.l. (51%), ArcelorMittal S.A. (34%) e Marcegaglia Carbon Steel S.p.A. All’aggiudicazione seguirà una fase di ulteriore trattativa fra i Commissari e gli aggiudicatari che hanno già dato la loro disponibilità a migliorare la loro offerta.

Oggi Cortei e manifestazioni a Genova e Novi Ligure (Alessandria) hanno scandito le ore che precedevano la decisione del Mise. La cessione del gruppo Ilva ad Am Investco, considerata dai Commissari Straordinari la cordata che ha presentato l’offerta migliore, è stata accolta nei giorni scorsi con grande preoccupazione dai sindacati soprattutto a fronte di circa 6.000 esuberi annunciati dal piano. Il decreto di questa arriva dunque in uno scenario in ebollizione. Le rassicurazioni del governo sul sostegno al reddito per chi resta fuori, unite alle parole del ministro Calenda «useremo tutti i margini previsti per conseguire i risultati migliori in termini occupazionali, ambientali e finanziari» lasciano alquanto scettici i diretti interessati. A Taranto, in particolare, i nervi sono tesi. Mentre la cordata perdente Acciaitalia, non molla e scrive ancora a Calenda, chiedendo un nuovo parere dell’Avvocatura dello Stato.

EMILIANO: IGNORATE LE ISTANZE DEI TARANTINI - Dura la replica del Governatore Emiliano: «Il ministro Calenda ha firmato il decreto di aggiudicazione del Gruppo Ilva ignorando le richieste formulate dai sindacati di un ulteriore confronto. Ignorando, inoltre, i contenuti del rilancio operato dall'altra cordata e rinunciando di fatto a migliorare, attraverso una ulteriore competizione nell'interesse di ambiente e lavoratori, le proposte in campo». Emiliano pone una serie di interrogativi, tra cui l'inizio dell'opera di ambientalizzazione, il rischio che Mittal abbandoni l'operazione in caso di condizoni della commissione Ue meno convenienti, per finire al mantenimento degli impegni occupazionali o la continuità aziendale.

«Nulla nella firma del decreto risulta razionale o anche solo logico. Nulla nella fretta indiavolata del ministro Calenda risulta aver, anche incidentalmente, valutato gli effetti della sua decisione sulla vita dei tarantini. Con una sola firma sono state mortificate le legittime aspirazioni di una città e di un asset strategico del paese. Uno sconcertante esempio di pressapochismo politico rischia di mettere la parola fine alla storia dell'Ilva e alla speranza di ambientalizzare il controverso simbolo di Taranto». La Puglia, aveva ribadito in mattinata Emiliano, non ha avuto la possibilità di «discutere dell’offerta di acquisto».

E’ nota la preferenza del Governatore per l’offerta di Acciaitalia che, con Jsw e Arvedi come partner industriali, prevedeva un piano di de-carbonizzazione. «Hanno paura che un industriale innovativo, che ha cura dell’ambiente, che ha presentato un piano di decarbonizzazione rilevante, che mantiene alti i livelli di occupazione, scompagini le lobby del carbone che probabilmente temono che una riconversione produttiva dell’Ilva scardini questo assurdo monopolio di una sostanza dannosa che viene utilizzata in maniera impropria. Mi auguro che questo disegno salti». Ha detto ancora il governatore della Puglia sperando forse nella determinazione con cui due dei soci di Acciaitalia, cioè l’imprenditore indiano Sajjan Jindal e Leonardo Del Vecchio con la sua Delfin sono determinati ad andare avanti.

IL RILANCIO MANCATO - Nei giorni scorsi i due soci hanno rilanciato sulla loro offerta migliorando prezzo e livelli occupazionali. Oggi hanno scritto una seconda lettera al ministro Carlo Calenda avvertendo che «solo l’offerta Acciaitalia consente un closing rapido» non avendo problemi di antitrust. Dalle pieghe della lettera è facile capire che Acciaitalia, con i soli soci Jsw e Delfin, starebbe valutando l’ipotesi di un ricorso. Sull'Ilva oggi è intervenuto anche il cardinale di Genova Angelo Bagnasco: "Le parole Santo Padre devono sempre illuminare e speriamo che anche per Ilva si possa trovare soluzione diversa da quella attualmente prospettata» ha detto ricordando le parole del Papa nella recente visita agli stabilimenti Ilva di Genova.

MITTAL-MARCEGAGLIA: GARANTIREMO FUTURO - In serata arrivano anche le dichiarazioni dei nuovi acquirenti. «Siamo felici che AM Investco, il Consorzio con Marcegaglia e Banca Intesa Sanpaolo, sia stato scelto come un affidabile partner per Ilva. Vorrei cogliere questa opportunità per rassicurare tutti gli stakeholder che siamo consapevoli della fiducia che hanno riposto in noi. Lavoreremo con tutte le parti interessate per assicurare a Ilva, ai suoi lavoratori e alle Regioni in cui opera un futuro più solido, migliore e sostenibile». Lo afferma in una dichiarazione Lakshmi N. Mittal, presidente e ceo di ArcelorMittal.  «Il nostro piano - prosegue Mittal - è supportato da un significativo programma di investimenti che permetterà all’Ilva di migliorare il suo mix di prodotti, di recuperare quote di mercato e di gestire le rilevanti problematiche ambientali. I nostri team saranno impegnati nel riaffermare Ilva come la prima azienda produttrice di acciaio in Italia. Il nostro focus è orientato alla finalizzazione dell’accordo di acquisto e ad avviare le negoziazioni con tutti gli stakeholder».

Antonio Marcegaglia, presidente e ceo di Marcegaglia SpA e partner della cordata con Arcelor-Mittal per l’Ilva, afferma che «quale partner industriale italiano del consorzio vincitore, ci impegneremo a fondo in spirito di collaborazione affinché tutte le parti interessate possano trarre il massimo beneficio da questa straordinaria opportunità di rilancio del più grande asset siderurgico europeo che è Ilva»

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