BARI - Due persone sono state arrestate all’ alba per l’omicidio di un cittadino georgiano che risiedeva nel Barese, a Corato. L’uomo, Daviti Gvantselazde, di 45 anni, fu trovato morto su una panchina in piazza Bolivar, nella notte del 22 gennaio scorso, nel centro storico di Corato. Gli agenti del locale commissariato, giunti sul posto, pensarono inizialmente che fosse deceduto per cause naturali, ma vari elementi, su tutti un foro su una scapola, indirizzarono le indagini, coordinate dalla procura di Trani e condotte dalla Squadra Mobile con il supporto del commissariato di Corato, sulla pista dell’omicidio.
In manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Trani, sono finiti due connazionali della vittima. Per loro l’accusa di omicidio colposo aggravato da futili motivi e porto illegale di arma da fuoco.
Sarebbe stato un mancato brindisi ad una cena di compleanno a scatenare il 22 gennaio scorso a Corato una lite tra connazionali georgiani cominciata in un locale e continuata all’esterno con una violenta rissa sfociata nell’uccisione dei Daviti Gvantseladze. Il corpo dell’immigrato georgiano fu trovato riverso su una panchina con un foro da proiettile sotto la scapola sinistra. Per l’uccisione oggi sono stati arrestati due connazionali della vittima.
Una «vicenda molto oscura all’inizio», ha detto il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, che ha ricordato come da principio si pensò ad una morte per cause naturali o per assideramento. L’autopsia chiarì invece che l'uomo era stato ucciso da un proiettile di piccolo calibro. Le indagini hanno accertato che fu usata una pistola calibro 22, forse a tamburo, mai trovata che Davit Kveliashvili, di 42 anni, e Givi Okropiride, di 41 anni, entrambi incensurati e impiegati in modo saltuario, tenevano a bordo dell’auto con la quale avevano raggiunto il luogo della festa. I due, arrestati con l'accusa di omicidio doloso aggravato dai futili motivi e porto illegale d’arma da fuoco, sono stati identificati grazie alla convergenza di varie fonti di prova: telecamere, ascolto di testi e intercettazioni e dal consistente il traffico telefonico sulle utenze degli indagati la notte dell’omicidio. L’omicidio avvenne attorno alle 2.30 e il corpo fu trovato dalla fidanzata del festeggiato, indagato assieme a un’altra persona per favoreggiamento. Secondo l’autopsia, Gvantseladze morì circa 20 minuti dopo il ferimento avvenuto a distanza ravvicinata.