LONDRA - E’ vicino il rientro in Italia dei circa 1,3 miliardi di euro della famiglia Riva che serviranno per la bonifica e la decontaminazione dello stabilimento dell’Ilva di Taranto. Lo riferisce l’ambasciata italiana a Londra, confermando che la Royal Court di Jersey, isola della Manica ed ex paradiso fiscale, ha dato infine il via libera allo sblocco di quei fondi, sequestrati in gran parte nel 2013 nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dai pm di Milano Stefano Civardi e Mauro Clerici, sul crac del gruppo Riva.
Un ruolo chiave nella vicenda è stato giocato proprio della sede diplomatica guidata dall’ambasciatore Pasquale Terracciano, come ha riconosciuto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, esprimendo soddisfazione per l’autorizzazione concessa dal Tribunale della dipendenza della Corona britannica al trasferimento del denaro in questione da un Trust Fund riconducibile alla famiglia Riva al Fondo Unico di Giustizia.
Si tratta di una somma ingente, frutto di attività connesse alla precedente gestione dell’Ilva, restituita allo Stato nell’interesse della gestione attuale dell’azienda, ha notato Alfano, rivendicando come «l'azione della diplomazia italiana sia vicina ai problemi reali degli italiani e determinante per produrre pure significativi benefici economici al nostro Paese».
L’ambasciata d’Italia a Londra, in collaborazione con la Procura di Milano, ha svolto in effetti un’intensa e prolungata attività diplomatica nei confronti delle autorità dell’isola del Canale per ottenere l’identificazione e successivamente il trasferimento dei fondi. Un’azione per la quale Alfano si è congratulato con Terracciano e con gli addetti della Guardia di Finanza presso la sede diplomatica.