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Si attende la notifica della decisione
16 Aprile 2017
Nonostante la decisione di ieri sera della Regione Basilicata di fermarne l’attività in conseguenza di «inadempienze e ritardi da parte di Eni rispetto alle prescrizioni regionalì, è proseguito oggi, secondo i programmi previsti, il normale funzionamento del Centro Olio di Viggiano (Potenza) legato alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri. L'Eni - da quanto si è appreso - attende la notifica del provvedimento della giunta regionale, prima di dar corso, se i problemi non saranno nel frattempo superati, alle procedure di fermata del Centro, che richiederanno qualche giorno.
La decisione della Regione è stata adottata dopo che nei giorni scorsi sette campioni prelevati dall’Agenzia regionale di protezione ambientale fuori dal Centro Olio avevano dimostrato la presenza, «molto cospicua», di manganese e ferro e anche di idrocarburi policiclici aromatici. La Regione aveva chiesto all’Eni di intervenire sia per quell'inquinamento, sia per bloccare tre dei quattro serbatoi all’interno del Centro Olio che non hanno doppio fondo. Analisi più recenti hanno confermato la migrazione della contaminazione fino ad alcuni affluenti del fiume Agri, per cui la giunta regionale ha deciso lo stop del centro. L’Eni, che è ancora in attesa di poter esaminare i contenuti del provvedimento regionale, ha assicurato che " le operazioni per la messa in sicurezza e le attività di caratterizzazione sono condotte con la massima diligenza e impiego di risorse, offrendo continua e fattiva collaborazione a tutti gli organi competenti».
Quello della Val d’Agri è il più grande giacimento di idrocarburi dell’Europa continentale. Il greggio estratto dai pozzi viene convogliato verso il Centro Olio mediante circa 100 km di condotte. Dopo il trattamento nel Centro si ottengono olio greggio, stoccato in appositi serbatoi e quindi trasferito, tramite oleodotto, alla Raffineria Eni di Taranto per le successive lavorazioni; e metano, che viene immesso nella rete di distribuzione nazionale Snam Rete Gas. Lo scorso anno il Centro ha subito un altro stop di cinque mesi per decisione della magistratura ed il fermo ha avuto un peso rilevante nel crollo della produzione petrolifera nazionale, passata da 5,4 milioni di tonnellate di greggio estratti nel 2015 a 3,7 milioni del 2016, ben 1,7 milioni di tonnellate in meno.
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