Carmela Formicola
Per fortuna c’era il mare, oltre le finestre dell’Inps, nella sede sul lungomare Nazario Sauro. Così è stato possibile distrarre E. (6 anni) fino alla visita. La visita richiesta dalla sede barese dell’Istituto nazionale di previdenza per accertare «la permanenza dei requisiti sanitari nei confronti di soggetti titolari di invalidità». Una cosa di prassi, per qualunque genere di invalidità temporanea o per quel genere di male che fortunatamente decide di lasciarti andare. Ma certe malattie sono ben più sadiche. E non ti lasciano affatto. Anzi, probabilmente ti seguono per l’intera tua esistenza. L’autismo, ad esempio. Eppure perfino lo Stato ha legiferato sulle patologie «rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante» (decreto ministeriale del 2007). Tra queste l’autismo, malattia da cui è affetto E., che quella mattina, convocato con i suoi genitori dall’Inps, è rimasto almeno a incantarsi dinanzi al mare per tutto il tempo.
Da questa storia è nato un esposto già presentato in Procura dal nonno di E., un uomo arrabbiato. «E per fortuna anche quest’anno è arrivato il 2 aprile, la giornata mondiale per la consapevolezza dell’Autismo. Tutto si è colorato di blu, tante belle parole. Poi è rimasta la nostra solita solitudine».
La lettera è arrivata (con un certo, si spera involontario, sarcasmo burocratico) proprio nell’imminenza della «giornata» del 2 aprile (e come alla famiglia di E. se la sono vista recapitare a casa molte altre famiglie con figli autistici). Sono andati all’Inps dove un medico ha verificato che i piccoli pazienti (ai quali viene assegnato un accompagnamento di circa 500 euro al mese) fossero ancora affetti da autismo. Lo stesso medico se n’è sentito di tutti i colori dai genitori. Ha risposto laconicamente: «Che volete da me? Sono disposizioni che arrivano direttamente da Roma».
Il nonno di E. continua a farsi domande. «Anche sul tenore della lettera che ci è giunta a casa. Non solo ti chiedono una cosa assurda, come se dall’autismo si possa guarire, in più utilizzano toni intimidatori». Il riferimento è al passaggio: “Si fa presente che, ove la S.V. non si presenti alla visita senza giustificato motivo, sarà sospesa la provvidenza di cui è titolare”».
«Sarebbe interessante - continua il nonno di E. - che qualcuno, preposto a salvaguardare i diritti riservati agli invalidi, decifrasse i veri motivi per cui l’Inps invita gli autistici a visite mediche di verifica invocando normative vigenti che prevedono viceversa l’esonero per questa patologia. Non so descrivere la gente in attesa, dinanzi a quella stanza, la tensione, il dolore e la speranza che nessuno ti tolga quel poco che ti serve per aiutare il tuo bambino».
Da qui nasce l’esposto già presentato alla Procura barese. «Ci sarebbero tantissime cose belle da raccontare sui nostri bambini speciali - dice ancora il nonno di E. - ma mi dispiace, le teniamo solo per noi genitori, fratelli, sorelle e nonni».
















