BARI - L’attentato terroristico a Berlino del 19 dicembre 2016, quando un tir lanciato a tutta velocità sulla folla presente al mercatino di Natale provocò 12 morti e 56 feriti, tra cui una cittadina italiana, sarebbe stato «un semplice incidente stradale». Lo definisce così sul suo profilo Facebook il barese Alfredo Santamato, alias Muhammad, sottoposto nelle scorse settimane dal Tribunale di Bari ad un provvedimento di urgenza della sorveglianza speciale per motivi di terrorismo che dovrà essere convalidato nei prossimi giorni.
Nel provvedimento il giudice evidenzia la condivisione da parte dell’indagato di un commento di un 30enne reggiano, Luca Aleotti, anche lui noto per le sue idee estremiste e attualmente sottoposti alla sorveglianza speciale per motivi di terrorismo, relativo all’attentato di Berlino e all’individuazione a Milano del terrorista responsabile della strage. «Siamo l’unico Paese al mondo, cosiddetto civilizzato, incastrato tra un italicum, un porcellum ed un mattarellum, - dice il commento - ma abbiamo già trovato il colpevole di un incidente stradale avvenuto in un altro Paese».
Il giudice stigmatizza la scelta di aver «espressamente considerato quel soggetto non già un terrorista autore della strage di innocenti, ma il responsabile di un semplice incidente stradale». Per il Tribunale, che discuterà nel merito la richiesta di applicazione per tre anni della misura di prevenzione in una udienza fissata per lunedì prossimo, 3 aprile, c'è «il rischio concreto ed attuale che commetta eclatanti atti di martirio in nome di Allah» anche perché Alfredo Santamato è dipendente di una ditta di ristorazione con mansioni di autista, guida i tir dell’azienda facendo consegne in tutta Italia presso caserme, scuole e ospedali.
«Il diretto collegamento tra la sua decisione di diventare un martire e il tir nella sua disponibilità - si legge nel provvedimento - è evidente fonte di allarme sociale ed integra un atto preparatorio alla commissione di attentati con finalità di terrorismo internazionale, alla luce dei recenti attentati da parte di affiliati al Daesh mediante l’utilizzo di autoarticolati lanciati sulla folla».
Tra le misure urgenti, infatti, all’uomo è stata ritirata la patente. I giudici dovranno inoltre decidere sull'applicazione di una prescrizione chiesta dalla Procura, relativa ad un percorso di de-radicalizzazione in collaborazione con l’Università di Bari. È quasi prevalentemente dal profilo Facebook dell’uomo - sposato e padre di tre figli ora allontanati dal Tribunale per i Minori e affidati ad una struttura protetta - che gli inquirenti della Dda di Bari hanno acquisito la maggior parte degli elementi ritenuti sospetti.
C'è per esempio la foto di un pupazzo di neve con degli stracci a simulare un’incolta barba e con a lato un kalashnikov, oltre a frasi come «giustifico il fatto che molti Imam e molti governi spingono per la distruzione delle chiese», o ancora «non esiste moderazione né democrazia, l’Islam moderato è una innovazione che finirà nel fuoco».